Omicidio Elisa Claps – un colpevole e tanti sospetti

di Igor Carta

Ancora misteri sull’omicidio di Elisa Claps, la sedicenne di Potenza scomparsa nel settembre 1993 e rinvenuta cadavere nel 2010 in una chiesa della città

CLAPS

Il caso di Elisa Claps, recentemente è tornato alla ribalta per via della riapertura di un filone d’indagine che, a suo tempo, venne troppo velocemente archiviato con una versione rivelatasi poi insussistente. Riguardava la dirigente di polizia Anna Esposito nel marzo 2001 di stanza a Potenza, che venne trovata impiccata nell’alloggio di servizio alla maniglia di una porta, roba già vista. Neanche un biglietto d’addio, rilievi ed indagini furono condotti in maniera assai celere e conclusero che si trattò di un suicidio. Oggi il caso è stato riaperto, si sarebbe trattato di un omicidio legato alla possibilità che Anna Esposito avesse fatto importanti scoperte sul caso Claps. L’incontro già programmato con Gildo, il fratello di Elisa, non ebbe mai luogo per via di quel suicidio misterioso che sembra avere però tutti i connotati di un vero e proprio delitto. L’assassinio di un dirigente di polizia dentro una caserma, questo è il sospetto aleggiante, aprirebbe degli scenari assai inquietanti; per arrivare a tanto, ci si domanda, cosa deve essere successo, e soprattutto chi c’era nei locali della basilica della Trinità di Potenza il 12 settembre 1993, l’ultimo giorno di vita di Elisa Claps?

Tutti sospettarono della persona di Danilo Restivo, recentemente condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione, essendo l’ultima nota ad aver incontrato Elisa in vita. Oggi gli esami di laboratorio palesano chiaramente il suo coinvolgimento in prima persona. L’attenzione a questo punto si dovrebbe spostare sui complici, perché risulta evidente che Restivo non ha certamente agito da solo. E’ noto il luogo in cui il cadavere di Elisa è stato rinvenuto, il sottotetto della Basilica della SS Trinità di Potenza, e le perizie prodotte in giudizio hanno dimostrato quanto sia complicato raggiungere tale luogo, specie con un cadavere in spalla. C’è chi sostiene, elementi alla mano, che Elisa sia giunta al sottotetto con le sue gambe e ivi assassinata. Se non si fidava di Restivo, così come numerosi testimoni hanno riferito, perché mai avrebbe dovuto seguirlo fin lassù, si può quindi dedurre che ci dovesse essere qualcun altro. Gli esami di laboratorio isolarono su un vecchio materasso tre diversi profili genetici estratti da altrettante tracce di sperma, quel sottotetto veniva abitualmente impiegato come alcova. In quel luogo, fu facile a quel punto sopraffarla lontano da occhi e orecchi indiscreti. Ma non basta, il corpo di Elisa venne, guarda caso, posizionato nei pressi di una presa d’aria del tetto dal quale i miasmi cadaverici poterono disperdersi con estrema facilità, e tal presa d’aria, secondo i consulenti, risaliva alla costruzione della basilica; un assassino davvero freddo e astuto questo Restivo, oppure un rimedio successivo attuato a cose fatte, magari su indicazione di qualcuno che, quella basilica, la conosceva piuttosto bene? Possibile che nessuno abbia notato, il suo o di altri, affaccendarsi in quei vani semiabbandonati, in cui dovettero per forza di cose essersi trattenuti a lungo, visto che ebbero il tempo di occultare il corpo di Elisa apponendovi sopra numerose tegole? Possibile che nessuno abbia notato Restivo o altri, scendere da quel sottotetto stanchi e sporchi, magari sudati?

Sono tuttora sotto processo due donne delle pulizie, madre e figlia, che stando a delle intercettazioni erano al corrente della presenza di un cadavere all’interno della basilica già da gennaio 2010, e il sospetto è che il ritrovamento del marzo successivo sia una vera e propria messinscena. A confutare tale scenario avrebbero contribuito in maniera decisiva le testimonianze del sacerdote e degli operai che in epoche diverse entrarono in quel sottotetto. Particolare poi la situazione in cui versano i membri del clero coinvolti nella vicenda. L’allora parroco don Mimì Sabia è deceduto da diversi anni, e fu la sua condotta, stando alla famiglia Claps, quella più ricca di punti oscuri. Fu un acceso oppositore alle perquisizioni alla basilica a lungo richieste dalla famiglia, a quanto pare male eseguite. Ma questi sono solo gli elementi più marchiani, ai quali sarebbe il caso di aggiungere le negligenze di chi abbia concesso a Danilo Restivo di muoversi in completa libertà, addirittura di espatriare senza il minimo problema. Oltre ad essere più volte caduto in contraddizione riguardo i propri spostamenti, il giorno della scomparsa di Elisa pare che Restivo si presentò al pronto soccorso per farsi medicare delle ferite provocate, a suo dire, da una caduta avvenuta in un cantiere cittadino.

Anna Esposito
Anna Esposito

Peccato che fossero ferite chiaramente provocate da oggetti taglienti, e oggi sappiamo che Elisa venne aggredita proprio con armi da taglio, e morì dissanguata dopo una lunga agonia. Oggi Restivo è in carcere in Inghilterra per scontare l’ergastolo comminatogli per l’omicidio di una sua vicina di casa, Heather Barnett. Dopo la lettura della sentenza, in barba a tutti i noti cavilli in salsa italica, il magistrato inglese ha affermato in faccia al colpevole “lei merita di stare in prigione tutta la vita”. Una vera fortuna, visto che i PM, nella piena osservanza della legge italiana poterono richiedere per Restivo la pena massima di 30 anni, essendo per i suoi reati più gravi già scattata la prescrizione, quel simpatico costume di cui si vorrebbero abbreviare i tempi. Ora, al processo bis in corso a Salerno sulle modalità di ritrovamento del cadavere e sulle eventuali complicità di Restivo, sarebbe logico aspettarsi che quest’ultimo venga finalmente messo alle strette e racconti la verità invece delle ben note fandonie propinate finora, facendo nomi e cognomi di complici che per forza di cose devono averlo assisito, così come si attendono novità sul fronte dell’omicidio di Anna Esposito, su cui recentemente sono emersi interessanti sviluppi.

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