Martin Bormann – l’eminenza grigia

di Igor Carta

Ce ne voleva ad essere il lato oscuro del demonio, ma Martin Bormann, il segretario di Hitler fu esattamente questo.

da sin. Keitel, Göring, Hitler e Bormann
da sin. Keitel, Göring, Hitler e Bormann

Se Adolf Hitler era considerato il male assoluto, l’incarnazione del demonio, specie per quella sua spiccata caratteristica di saper ammaliare chiunque, da buon genio del male possedeva i suoi degni scagnozzi, alcuni probabilmente anche peggiori dello stesso dittatore nazista. Tanti si chiedono tuttora come un allevatore di polli, non stiamo scherzando, come Heinrich Himmler abbia potuto diventare il capo delle SS, il reparto che si macchiò dei peggiori crimini di guerra, al punto da risultare spesso in rotta con la stessa Wehrmacht. Ma colui che era davvero definito l’uomo ombra del Führer fu senz’altro Martin Bormann, segretario personale di Hitler dal 1943 fino al suicidio nel bunker di Berlino. Bormann fu testimone nelle nozze con Eva Braun e dallo stesso dittatore venne nominato, nel suo testamento, nuovo capo del partito nazista. Come poté uno squattrinato reduce di guerra, che probabilmente si iscrisse al partito per pura convenienza, divenire in pochi anni il braccio destro, e secondo alcuni sempre più testa, dell’allora nemico pubblico n°1? Già nel 1924 rimediò una condanna ad un anno di reclusione per l’omicidio, insieme al futuro comandante del campo di Auschwitz Rudolf Höss, del suo maestro delle elementari, Walther Kadow, colpevole di essere un militante comunista. Il grande balzo fu nel 1933 con la conquista del seggio al Reichstag e la nomina a segretario di Rudolf Hess, all’epoca n°3 del partito. Bormann si distinse subito per la sua abilità di burocrate, pare tenesse d’occhio lo stesso Hess da cui dipendeva formalmente, e con il volo di quest’ultimo in Inghilterra Bormann prese definitivamente le redini della segreteria del partito, oltre che una buona fetta di potere. Visto il personaggio, e la sua fama di saper ben pescare nel torbido, sembra assai strano che ignorasse le vere intenzioni di Hess, un altro importante tassello che contribuisce a ritenere che la sua non fosse una azione isolata, ma concertata nel minimo dettaglio. Chissà se davvero nel 2017 verranno tolti i sigilli al suo dossier.

Sparito dalla scena Rudolf Hess e con la guerra in corso, Hitler ebbe sempre più bisogno del suo segretario, fu lui la mente operativa che attuò materialmente i progetti di Albert Speer per il famoso “Nido dell’Aquila”; Bormann aveva uno zelo ed una intraprendenza tale nel soddisfare le esigenze del Führer da renderlo presto inviso a tutti gli altri gerarchi nazisti, Hermann Göring in testa. Come fedelmente riportato nel film “La Caduta“, quando il bunker di Berlino fu isolato dal resto della Germania, il capo della Luftwaffe prese il potere come stabilito da un decreto del 1941, ma Bormann fece passare il telegramma di Göring come un tradimento facendo diramare per lui un ordine d’arresto. Secondo molti storici l’influenza del segretario su Hitler venne certificata dai suoi ordini, che con il passare dei mesi divennero sempre più contraddittori e strategicamente inutili, direttive che certamente fecero aumentare il numero dei morti e le sofferenze delle popolazioni coinvolte. Come già accaduto per altri personaggi del regime, anche la fine di Bormann rimase a lungo avvolta nel mistero. Secondo alcune voci si era anch’esso rifugiato in Sudamerica grazie alle tante Ratline create dall’organizzazione O.D.E.SS.A., Bormann era infatti tra i partecipanti al famoso incontro alla Maison Rouge di Strasburgo nel 1944, e sarebbe morto in Paraguay nel 1959, secondo altri nel 1973. Versione diversa fornirono due personaggi che erano con Bormann durante un tentativo di fuggire da Berlino, secondo l’autista di Hitler, Erich Kempka, Bormann rimase ferito nell’esplosione di un panzer dietro cui si faceva scudo dal fuoco sovietico; identico fu il racconto di un granatiere della divisione SS Charlemagne, François Barazer de Lannurien. Artur Axmann, capo della Hitlerjugend che fuggì dal bunker con Bormann e con il medico di Hitler Ludwig Stumpfegger, si separò dai due per le strade di Berlino, tornato sui suoi passi per evitare una pattuglia sovietica avrebbe rinvenuto i corpi dei due compatrioti. La vicenda venne sciolta del tutto nel 1972 in seguito alla scoperta in un cantiere di Berlino di due scheletri, uno dei quali apparteneva a Martin Bormann, identificato grazie all’esame dei denti, ed in seguito anche del DNA. I resti vennero cremati e dispersi in mare nel 2000. Ma c’è ancora chi non crede a tale versione, specie il figlio di Adolf Eichmann, Klaus, secondo cui il cadavere di Bormann, morto in latitanza, venne trasportato a Berlino in seguito, per depistare la caccia agli altri criminali nazisti, prova di ciò sarebbe la presenza di terriccio sui resti, non assimilabile a quello berlinese; potrebbe anche essere, ma ormai ha poca importanza.

© Riproduzione Riservata

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente Ricordando Andrea Pazienza Successivo Hakkinen vs Schumacher - duello d'altri tempi