L’Esorcista – tutto inizia a Mount Rainer

di Igor Carta

L’ispirazione per il romanzo L’Esorcista e per l’omonimo film fu fornita a quanto pare da una storia vera

Esorcista

L’Esorcista, film uscito nel 1973 e diretto da William Friedkin, è universalmente conosciuto come una delle pellicole più spaventose, forse quella in cima a tale particolare classifica, e che per numero di citazioni, riferimenti ma anche per le reazioni alla sua visione ha sempre fatto e sempre farà discutere. In tanti sanno che la pellicola trovò ispirazione da un libro omonimo del 1971 scritto da William Peter Blatty, ma non tutti sono al corrente che lo scrittore si ispirò a sua volta ad un fatto realmente accaduto nel 1949 a Mount Rainer, nel Maryland; il caso divenne piuttosto famoso nella stampa di quegli anni, tanto da apparire anche sul Washington Post, e riguardava il presunto esorcismo a cui fu sottoposto un ragazzo allora 14enne, John Hoffman. Tutto sarebbe iniziato il 15 gennaio con dei banali rumori sotto le tavole del pavimento e, pensando a dei topi, provvidero a seminare esche avvelenate per tutta la casa. Ma la situazione si evolse diversamente, iniziarono a sentirsi forti rumori, libri che levitavano, mobili che si spostavano, in più John Hoffman avrebbe radicalmente cambiato carattere diventando sempre più violento e aggressivo. Sottoposto senza esito a visita da psicologi e psichiatri, i genitori lo affidarono, come da loro credo, ad un pastore protestante che, ritenendo di non possedere l’autorità necessaria passò il caso ad un cattolico, il reverendo David Lawrence, che avrebbe iniziato ad operare su Hoffmann in una stanza dell’ospedale di Georgetown. Sarebbe stato in tale sede che la possessione si sarebbe manifestata in tutta la sua virulenza; graffi e parole che sembravano scritte con artigli apparvero sul corpo del malcapitato che, preda delle convulsioni si “difendeva” con sputi e getti di vomito.

 

La pratica venne interrotta quando il posseduto, estratta una molla dalla rete del letto, ferì il sacerdote ad un braccio; l’esorcismo venne ripreso dopo alcuni giorni, in seguito, così si racconta, all’apparizione sul corpo del posseduto di un graffio riportante la scritta St.Louis. Ciò venne interpretato dai genitori come un segnale per raggiungere tale città in cui incontrarono altri due sacerdoti che tentarono nuovamente l’impresa che si concluse solo il 16 aprile 1949, giorno precedente la Pasqua. Il posseduto avrebbe lottato come al solito con bestemmie, sputi e oscenità, testimoni riferirono di aver visto il volto del demone apparire sul petto del posseduto fino allo spasmo finale, in cui una voce possente, attribuita pare, a San Michele, avrebbe imposto al demone di andarsene. Ci sarebbe stato un rumore assimilabile ad una forte esplosione, il povero Hoffmann sarebbe quindi svenuto ma al risveglio pare non ricordasse nulla dell’accaduto. Stando al Washington Post il tutto si sarebbe invece concluso a maggio ma il prete autore della pratica avrebbe vissuto almeno altri due mesi a fianco al ragazzo nell’eventualità di un nuovo “attacco”, la notizia sarebbe poi stata diffusa alla stampa solo nell’agosto del 1949.

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