Leggende sul Medioevo – La Terra Piatta

di Juanne Pili.

Sono tanti i pregiudizi riguardo quelli che secondo una visione anglosassone della storia sarebbero stati i “secoli bui”, ovvero il Medioevo.

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La Terra Piatta

Partiamo in questo articolo con la concezione della Terra Piatta. In realtà era largamente assodato tra le persone istruite che il nostro pianeta fosse tondo. A sostenerlo erano fonti già a disposizione allora risalenti ad autori antichi che noi solitamente tendiamo ad associare alla teoria della terra piatta: Aristotele e Tolomeo; entrambi tenuti in grande considerazione dai dotti medievali.

Aristotele nel De Caelo fa il seguente ragionamento:

«Ci sono stelle viste in Egitto e … a Cipro che non si vedono nelle regioni settentrionali [ne consegue che la Terra è una sfera] non molto grande, perché altrimenti l’effetto di un così piccolo cambiamento di luogo non sarebbe stato così evidente».

Tolomeo nel suo Almagesto da una spiegazione ancora più intuitiva, sostenendo che se le montagne in navigazione sembrano sorgere dal mare si deve per forza al fatto che la Terra è una sfera. Certamente se leggiamo la Bibbia, in special modo la Genesi, scopriamo che esistono i quattro angoli della terra, mentre il cielo viene paragonato ad una tenda che la ricopre. Come interpretava tutto questo un grande padre della chiesa come Sant’Agostino? tra i massimi punti di riferimento del pensiero medievale.

Nel suo De Genesi ad litteram il filosofo lamenta questo modo errato di interpretare la Bibbia e sostiene apertamente la teoria della sfericità della terra:

«Quando da noi è notte la presenza della luce illumina le altre parti del mondo che il sole percorre prima di tornare dalla parte ove tramonta a quella dove sporge; per questo motivo nello spazio di tutte le ventiquattro ore c’è sempre, lungo il percorso circolare del sole, una parte della terra dov’è  giorno e un’altra dov’è notte … dato infatti che l’acqua copriva ancora tutta la terra,  nulla impediva che su una faccia di questa massa sferica d’acque producesse il giorno la presenza della luce e che nell’altra faccia l’assenza della luce producesse la notte che, a cominciar della sera, succedesse sulla faccia dalla quale la luce s’allontanava verso l’altra faccia».

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Il primato della Ragione e dell’Esperienza

Ed è interessante in questa opera constatare gli elogi che Agostino fa dei filosofi dell’antichità e di una prima embrionale concezione di metodo scientifico, sostenendo che la Bibbia andasse interpretata in quanto insieme di metafore e che non andasse per forza interpretata alla lettera. Del resto è proprio con la Scolastica che – ripartendo dagli scritti di Aristotele (i cui dialoghi all’epoca erano a disposizione, mentre oggi sono andati perduti) – il pensiero si focalizza sulla dualità tra ragione ed esperienza e sullo studio degli universali. Riassumendo brutalmente, si discuteva sulla possibilità che i concetti fossero legati o meno alla realtà, dividendo i pensatori tra nominalisti e realisti. Dando origine al pensiero moderno che a partire da Cartesio si interrogherà sulla genuinità della nostra conoscenza, limitata dei sensi e dividendo il sapere in trascendente ed immanente.

Come spiegheremo meglio prossimamente, proprio nel Medioevo si creeranno le basi che permetteranno di distinguere laicismo e credo religioso; radici culturali che hanno permesso – contrariamente ad altre culture – di distinguere nettamente tra politica e religione; una carenza che è nei titoli dei nostri giornali, dall’11 Settembre ad oggi. Certamente si tratta di un progresso avvenuto non grazie – bensì – malgrado i dogmi che regolavano, non soltanto, la sfera spirituale delle persone durante – e dopo – il Medioevo. Ricordiamo che Giordano Bruno venne messo al rogo ben due secoli dopo la fine dei cosiddetti “secoli bui”.

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