La Scienza inesatta dei Sondaggi in Democrazia

di Juanne Pili.

I sondaggisti inglesi non si capacitano dei risultati inattesi delle elezioni del 7 maggio nel Regno Unito. Contro i loro calcoli David Cameron ottiene la maggioranza assoluta, riuscendo così a formare un nuovo governo.

sondaggi

Stando ai sondaggi ci sarebbe stata una sfida serrata tra Conservatori e Laburisti, tanto da portare ad un governo debole. Così l’associazione degli istituti di sondaggio britannici ha aperto un’inchiesta per capire le ragioni scientifiche di questo clamoroso fallimento, che va ben oltre i tipici margini di errore del 3-4%. Del resto sappiamo già che il problema è insito nell’impossibilità di trovare un sistema elettorale realmente democratico, come la matematica stessa insegna.

Lo studioso inglese di psicologia elettorale Michael Brute ha cercato di dare una spiegazione nell’intervista rilasciata alla rivista Nature, mostrandosi affatto sorpreso.

«C’è stato un divario evidente tra ciò che i sondaggi prevedevano ed i risultati, ma non mi ha sorpreso. Nella nostra ricerca troviamo di elezione in elezione che fino al 30% degli elettori cambiano idea entro una settimana dalle elezioni e fino al 15% il giorno stesso. Alcune persone o non sanno in anticipo o cambiano idea quando sono nella cabina. Di solito quel che succede è che alcune di queste persone si annullano a vicenda. Alcuni di coloro che pensavano di votare conservatore finiscono per votare laburista, e viceversa. Ciò che sembra essere accaduto ieri è che più persone hanno cambiato idea in una direzione piuttosto che nell’altra».

In Italia questo fenomeno dovrebbe sorprenderci ancora meno. Il mestiere del sondaggista è certamente più difficile di quello del meteorologo, le cui previsioni, già a distanza di qualche giorno, non si possono considerare affidabili. Troppi sono i fattori sociali che un sistema elettorale non potrà soddisfare; se poi tentiamo di prevedere i risultati di una votazione le cose si complicano, perché si lavora su campioni significativi e occorre fare attenzione a come interrogare i singoli intervistati, i quali a prescindere sono condizionati dall’umore del momento e dagli impegni della giornata – magari non sono nelle condizioni migliori per rispondere in strada o al telefono ad un illustre sconosciuto che pretende di carpire il loro sacrosanto diritto alla segretezza del voto, per quanto venga garantito l’anonimato. Inoltre c’è il quotidiano lavoro dei media e delle esperienze soggettive.

«In questo caso, i sondaggisti prevedevano che non ci sarebbe stata la maggioranza assoluta: Che il Laburista sarebbe stato il secondo partito, ma che sarebbe stato in grado di formare un governo di coalizione. La Gran Bretagna ha avuto già un “parlamento appeso”, ma mai nella storia britannica dei sondaggisti hanno predetto questo prima delle elezioni. Quindi la domanda che gli elettori si chiedevano non era più “Quale dei due partiti voglio vincere?”, Ma “Quale coalizione voglio?” E questo non è qualcosa che i sondaggisti sono stati attrezzati ad affrontare».

Come in qualsiasi altra verifica scientifica l’atto stesso di misurare può influenzare i risultati. Un problema gravoso, tanto per i fisici quantistici quanto per sociologi e sondaggisti. Gli esseri umani, inoltre, non sono un fenomeno fisico, la mente è in continua evoluzione; la gente pensa e cambia idea, vede le cose da più punti di vista: Personale e sociale.

«Vi è un altro fattore importante. Abbiamo scoperto che quando si interrogano le persone che stanno andando a votare, molto spesso pensano a ciò che è meglio per loro. Ma quando si torna a interrogarle dopo le elezioni, troviamo che hanno votato molto più in termini di ciò che pensano sia meglio per il paese. Forse in queste elezioni, anche alcune persone che sono state lasciati fuori dalle politiche della coalizione [conservatori e liberali] negli ultimi cinque anni, hanno ancora votato conservatore perché hanno deciso – a ragione o torto – che quella era la scelta migliore per il paese».

Allora quale dei due sistemi è “sbagliato”? Quello elettorale o di chi cerca di “misurare” il Popolo che agisce nel sistema? Forse entrambi; molto più probabilmente non esiste proprio il sistema perfetto, di conseguenza è normale che avvengano “sorprese” di questo tipo. Una lezione di umiltà per chi crede di vivere nel migliore dei mondi possibili.

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