La Cina apre agli OGM

di Juanne Pili.

La Cina sta per introdurre nel suo mercato l’uso di OGM, ecco perché può permetterselo.

L’editto dell’Apparato è stato già emesso:

«La Cina ha bisogno di OGM e si adopererà per diventare leader mondiale nello sviluppo e applicazione di questa tecnologia».

cina ogmL’intento è indicato dal primo documento governativo dell’anno, emesso il 1° febbraio, ed è incentrato soprattutto all’impiego di OGM nelle colture. Dopo un primo passo indietro sembrerebbe che il Governo di Pechino stavolta faccia sul serio. Nel documento si sottolinea anche la necessità di studi approfonditi per assicurarsi che tale tecnologia sia sicura; gli scienziati cinesi dovranno impegnarsi di più nel persuadere un’opinione pubblica ancora molto scettica.

Del resto in Cina non ci sarebbe il pericolo di un ingresso minaccioso da parte di multinazionali straniere nel suo mercato, come invece potrebbe accadere in altri paesi, compresi quelli Occidentali. Il problema degli OGM infatti non sta nella salute dei consumatori, quanto nel fatto che i produttori autoctoni perderebbero l’esclusiva delle produzioni locali a vantaggio di quelle brevettate dalle grandi società multinazionali. Sostenere – come ha fatto recentemente la Senatrice Cattaneo – che essendo ormai in mano alle multinazionali il mercato dei fertilizzanti, tanto vale aprirsi anche agli OGM. Certo, siamo già dipendenti da società straniere che fanno i propri interessi, perché lamentarsi se queste si pigliano anche tutto il resto? (Sic!) Una logica analoga, a ben vedere viene applicata anche al dibattito sul nucleare (dipendiamo già da esso) o sugli inceneritori (in fondo i gas di scarico delle auto non sono da meno). Se lo applicassimo sulle sigarette o sulle droghe storceremmo il naso.

Il focus della questione sta nel mettere il controllo di queste tecnologie in mano pubblica

A Cuba gli OGM sono stati già adottati, non di meno, sono gestiti dalle Università.

Casalbeltrame ( NO) cinesi nelle risaieLa Cina può permettersi questo passo perché grazie allo sfruttamento dei suoi lavoratori, costretti a condizioni identiche a quelle che esistevano agli inizi della Rivoluzione Industriale, si è resa più che temibile nel mercato globale in molti altri fronti. Per non parlare della sua indifferenza riguardo l’inquinamento del Pianeta. Su 161 centri abitati sotto l’ombra della Grande Muraglia, 152 violano gli stessi standard imposti da Pechino, che certo non sono paragonabili a quelli europei.

Questa la Top Ten delle città cinesi maggiormente inquinanti:

Xingtai, Shijiazhuang, Baoding, Tangshan, Handan, Hengshui, Jinan, Langfang, Xìan e Tianjin.

Nonostante le rassicurazioni del ministero delle finanze e la promessa di investire più di un miliardo per risolvere la questione, non sembrano ancora arrivare segni di un cambiamento di rotta. La Cina non teme gli OGM provenienti dall’esterno, piuttosto quanto tempo passerà prima che i suoi irrompano nel nostro mercato?

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