Knockout Game – Violenza Gratuita

di Igor Carta

Del knockout game, la nuova violenta moda esplosa di recente negli USA, avremmo fatto volentieri a meno, ecco come ci si può difendere.

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Molto tempo fa alle elementari andava di moda il proverbio “giochi intelligenti per bambini deficienti” parafrasante il noto spot TV della Clementoni. Ora il gioco del momento, importato guarda caso dagli Stati Uniti, patria di altre numerose boiate, si chiama knockout game, e pare che abbia, ma il prefetto ha subito smentito, prodotto il primo morto anche in Italia, un cameriere bengalese morto a Pisa dopo 24 ore di agonia in ospedale. Prendendo visione su Youtube della moltitudine di filmati al riguardo si può, con un minimo di perizia, stilare subito alcune conclusioni. Giovani disadattati, con indumenti stile rapper o simili che nella maggioranza dei casi agiscono in branco o, se in solitaria, ai danni di donne e il più delle volte aggredendo di lato o alle spalle; non occorre un antropologo per comprendere di avere a che fare con dei classici codardi. La categoria sociale ha assai poca importanza davanti ad elementi così subdoli che facilmente si confondono tra la folla, e del resto non occorre certo essere discepoli di Cesare Lombroso per avvistare da lontano simili branchi di idioti. Il vero problema consiste nel fatto che agiscono di sorpresa confidando nella naturale buona fede delle persone e nella proverbiale inerzia della giustizia garante, anche in tal caso, della quasi totale impunità. Come difendersi dunque da tali biechi individui?

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La risposta più ovvia è praticare le arti marziali, ormai ve ne sono per tutti i gusti, per tutte le tasche e con modalità didattiche che ben si adattano anche ai ritmi di vita più particolari. Indipendentemente dallo stile, tutte queste discipline sono state create con il medesimo scopo, la semplice difesa personale. Alcuni, come gli stili tradizionali offrono schemi fissi a cui l’atleta si deve adattare indipendentemente dalle proprie caratteristiche fisiche, altre sono divenute discipline sportive in cui, oltre ad una seria pratica marziale si affianca anche un’ottima preparazione fisica; altre ancora, le più recenti, note al grande pubblico da pochi anni, rappresentano o derivano da stili creati appositamente per il combattimento totale, senza quartiere e avente come unico scopo la sopravvivenza. In questi stili vengono presi in esame, dopo un primo periodo di pratica, quelli che sono gli aspetti peculiari di una aggressione stradale, i segnali che l’anticipano e soprattutto i vari trucchi per disinnescarla sul nascere, seguendo alla lettera i dettami di Sun Tzu e della sua immortale operaL’arte della guerra”. Occorre essere chiari una volta per tutte; i tempi del “duello rusticano” sono finiti da un pezzo e quelli del “vediamocela tra uomini” sono probabilmente al crepuscolo; oggi, specie alla luce di questa ultima “moda”, è la blitzkrieg a farla da padrone, colpire forte e di sorpresa un nemico non preparato.

 

Aldilà di tutto, anche delle semplici dritte possono aiutare non ad uscire vivi, ma a prevenire almeno in parte episodi del genere; a suggerirli ad un buon osservatore è lo stesso regno animale. Gli erbivori non stanno in branco per il semplice gusto di fare numero, ma per difendersi dai predatori, i quali, quando agiscono in solitudine, cercano sempre il momento propizio per attaccare esemplari isolati, molto giovani o magari fisicamente debilitati. Gli stessi predatori, allo stesso modo, si concentrano sul bersaglio “grosso” solo quando agiscono in gruppo. L’essere umano, a livello inconscio, ragiona nello stesso modo. Non serve un esperto per far notare che dei passi di corsa alle vostre spalle possono solo venire da un podista o da un malintenzionato, così come è palese che non sia davvero il caso di aggirarsi da soli o peggio con una persona che conta su di noi in zone malfamate o poco frequentate . Ma solo una sana pratica marziale sviluppa i riflessi, la visione periferica ed educa a quel particolare senso della distanza che può fare davvero la differenza in caso di attacco a sorpresa. Se ancora confidate nel senso civico di chiunque appartenga ad un paese civile avete tutto il tempo che volete per cambiare idea.

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