Kimi Raikkonen – lo sfidante per Schumacher

di Igor Carta

Dopo l’addio di Hakkinen arriva un nuovo finlandese a sfidare Schumacher, il giovane e rampante Kimi Raikkonen.

Raikkonen

Correva l’anno 2000 quando, verso la fine dell’estate si svolsero dei test F1 sul circuito del Mugello a cui partecipavano la Ferrari e la Sauber, scuderia elvetica che all’epoca montava i propulsori di Maranello. Per qualche tornata Michael Schumacher seguì la scia di una Sauber che in quell’occasione schierò un perfetto sconosciuto. Rientrato ai box Michael pare chiese ai suoi: “Ma chi è quel ragazzino che va così veloce?” Peter Sauber portò a quei test un giovane finlandese che all’epoca vantava appena una ventina di corse ufficiali nelle formule minori, ma di cui nell’ambiente si diceva già un gran bene, Kimi Raikkonen. Nato in quel di Espoo nel 1979, Peter Sauber lo schierò come pilota titolare nella gara inaugurale della stagione 2001, a Melbourne, con una licenza FIA “a gettone” valida solo per le prime sei gare. Il giovane finnico non deluse le aspettative del suo mentore, che pur di averlo sfidò apertamente la Red Bull, all’epoca principale finanziatore del suo team dopo la Petronas, che invece voleva sulle vetture svizzere il “protetto” di allora, il brasiliano Enrique Bernoldi.

Raikkonen con Peter Sauber e Nick Heidfeld
Raikkonen con Peter Sauber e Nick Heidfeld

All’esordio assoluto in F1 Kimi Raikkonen andò subito a punti grazie al sesto posto sul traguardo di Melbourne che gli fruttò, dato non meno importante, la superlicenza FIA. In quei mesi vi era un suo più noto connazionale che stava invece imboccando la via del tramonto, ovvero Mika HakkinenRon Dennis non ebbe esitazioni, arrivò a pagare ben 50 milioni di € pur di avere Raikkonen in argento per la stagione 2002, con grande disappunto di Nick Heidfeld, team mate di Kimi in Sauber e collaudatore ufficiale McLaren. Con i proventi dell’operazione Raikkonen, Peter Sauber pagò una nuova e avveniristica galleria del vento su cui ancora campeggia la scritta “Grazie Ron”. La stagione 2002 iniziò bene per il giovane finnico con il primo podio ed il giro più veloce nella gara d’esordio di Melbourne. Già dalla successiva tappa in Malesia inizia ad aleggiare sul suo capo un fantasma che ancora non sembra averlo abbandonato: la sfortuna. Dieci ritiri per cause tecniche su 17 gare sono troppi per chiunque, specie per il figlio di un muratore che sente la necessità di mostrare di che pasta è fatto. Nel Gran Premio di Francia a Magny-Cours mentre era in testa a quattro giri dalla bandiera a scacchi scivolò su una macchia d’olio non segnalata regalando la vittoria ed il titolo mondiale a Michael Schumacher. Ad Hockenheim, nel tempio della velocità deturpato proprio in quell’anno, si rende protagonista di un grande duello ruota a ruota con la BMW-Williams di Juan Pablo Montoya, l’unico che si fosse preso la briga in tempi recenti di attaccare sua Maestà Michael. A Spa Francorshamps, nell’università della F1, Kimi ben figurò nelle libere e conquistò la prima fila in griglia, ma in gara venne tradito dalla rottura del motore. Con in tasca un contratto quinquennale con Woking Raikkonen può così concentrarsi sulla stagione successiva, caratterizzata da un radicale cambiamento nell’attribuzione dei punteggi. La prima tegola arriva in inverno quando già dai primi test emerge che la nuova McLaren Mp4-18 è ancora acerba per il debutto in gara. Raikkonen e David Coulthard devono giocoforza ripiegare sulla vettura dell’anno precedente opportunamente aggiornata. Il meteo dell’Australia fa il resto, Kimi pasticcia con pit stop e penalità, ma si concede il lusso di “sbattere la porta” a Schumacher in un duello da antologia.

 

Il compagno Coulthard ne approfitta per cogliere una vittoria inaspettata, per Iceman, così viene ormai chiamato, c’è solo la magra consolazione del terzo posto e del giro più veloce. Il gran giorno arriva invece nella successiva gara in Malesia, dove malgrado il caldo tropicale l’uomo di ghiaccio coglie la prima vittoria in carriera. Terza tappa in Brasile in un Gp che più rocambolesco non si può; Kimi domina la gara azzeccando la strategia giusta tra condizioni meteo imprevedibili, pit stop e safety car; festeggia la vittoria sul podio di una gara interrotta per il terrificante quanto evitabile incidente di Fernando Alonso e la vittoria viene assegnata in seguito a Giancarlo Fisichella che ha invece concluso la gara con la sua Jordan in fiamme.

 

 

Prima vittoria a Sepang 2003
Prima vittoria a Sepang 2003

Le gare successive confermano l’ottimo momento del finnico, ma non della McLaren Mercedes, i suoi piloti danno il massimo con i podi in successione di Raikkonen e i piazzamenti a punti di Coulthard. Al Nürburgring Kimi si prende il lusso di segnare la pole e di condurre la gara in testa senza alcun disturbo fino alla resa del motore Mercedes. E’ qui che il finnico per la prima volta cede alla foga e invoca una svolta. La Mercedes risponde; se i test daranno esito positivo già a Silverstone potrebbe debuttare la tanto attesa e rivoluzionaria Mp4/18, tanto rivoluzionaria che non vedrà mai l’asfalto di una gara di campionato. La Mp4-17D è ormai al limite dello sviluppo, Raikkonen la porta addirittura in pole ad Indianapolis e per diversi giri è addirittura campione del mondo “virtuale” nell’ultima gara di Suzuka, dove si sarebbe potuto laureare campione del mondo in caso di vittoria e con Schumacher fuori dai punti. Questa volta è solo la Ferrari a metterci una pezza, confezionando la vittoria di Rubens Barrichello e un ottavo posto che vale oro per Schumacher, reduce dalla più inquietante corsa della sua carriera, costellata di errori strategici e tamponamenti. Fine della storia, Schumacher supera Juan Manuel Fangio, conseguendo il sesto titolo iridato, sconfigge un “ragazzino” di 24 anni per due miseri punti che correva con la vettura dell’anno precedente; qualcuno osserva che il campionato è stato “falsato” da un sistema di punteggio a dir poco osceno. Altri, più lungimiranti, osservano che è nata una stella, sfortunata come poche, ma assai brillante.

 

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