Jean Alesi – cuore Ferrari

di Igor Carta

Solo una vittoria, ma Jean Alesi rimarrà sempre uno dei piloti Ferrari più amati, i campioni non si misurano solo con i numeri

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Dopo Gilles Villeneuve è certamente il ferrarista più amato di sempre, più di Niki Lauda, più di Jody Scheckter anche più di Michael Schumacher, tutti piloti che hanno vinto enormemente di più rispetto al pilota di Avignone, che nelle sue dodici stagioni in F1, cinque delle quali in rosso, raccolse solo una vittoria ed una infinità di piazzamenti, ma fu il suo stile di guida impetuoso e l’incondizionato amore per la Ferrari a farlo entrare nel cuore dei tifosi del Cavallino. Jean Alesi fu una delle “scoperte” di Ken Tyrrell, l’industriale del legno britannico che avviò la carriera di piloti come Jacky Ickx, Jackie Stewart, Jody Scheckter, Michele Alboreto e Ivan Capelli. Già al debutto al Gp di Francia 1989 ottenne i primi punti concludendo la corsa ai piedi del podio, punti iridati che conquisterà in altre due occasioni. Nel 1990 dà subito spettacolo nella gara inaugurale di Phoenix dopo averla condotta per ben 30 giri la concluse al secondo posto dopo un bel duello con Ayrton Senna. Nella stagione marcò solo un altro podio a Monaco, Alesi pagò spesso dazio a causa del motore non eccessivamente performante. Le sue ottime prestazioni attirarono presto le attenzioni delle altre squadre; il francese riuscì a firmare ben tre contratti per il 1991, il rinnovo con Tyrrell, un precontratto con Frank Williams e l’ultimo con la Ferrari che alla fine si aggiudicò i servigi del francese regalando a Frank una Ferrari 640 per il suo museo, roba d’altri tempi. Jean approdò in Ferrari come seconda guida di Alain Prost, ma il Cavallino sarebbe finito a breve in una crisi tecnica da cui uscirà dopo tanti bocconi amari.

A Montecarlo Prost arrivò quinto per via di un disastroso pit-stop, fatto che costò il posto al d.s. Cesare Fiorio, Jean giunse terzo ma la cosa sembrò secondaria, riuscì ad arrivare nei punti altre sei volte e a fine stagione si ritrovò prima guida a causa del licenziamento di Alain Prost. Anche nella stagione 1992, una delle peggiori mai affrontate dal Cavallino, Jean ebbe un nuovo team-mate, Ivan Capelli, ritenuto un astro nascente, ottenne sei piazzamenti a punti tra cui due podi contro i due del compagno. Con il ritorno di John Barnard e l’arrivo di Jean Todt la Ferrari iniziò lentamente a risalire la china, a Jean venne affiancato Gerhard Berger, forse la coppia di ferraristi più amata di sempre. L’austriaco è lo stesso che riempì la suite di Senna di rospi e che testò la robustezza della 24 ore del brasiliano gettandola da un elicottero, ma anche con Alesi ne combinò una da antologia. Il giorno prima della presentazione della vettura per il 1994 i due piloti giunsero a Fiorano, ma non trovando il severo boss Jean Todt ingannarono il tempo scorrazzando per la pista su una Y10 ivi parcheggiata. Mentre Alesi saggiava le doti velocistiche del mezzo, Berger tirò il freno a mano facendo cappottare l’utilitaria, che guarda caso era di proprietà del boss!! Jean finì in ospedale per accertamenti, spettò a Gerhard quindi spiegare al megadirettore cosa fosse successo, qualcuno avrebbe pagato pur di assistere alla scena. Già verso la fine del 1993 la Ferrari iniziò a segnare risultati interessanti, nel 1994 Berger riuscì a vincere in Germania mentre Jean firmò la pole a Monza, l’anno dopo il francese riuscì a centrare la prima vittoria in Canada, nella sua ultima stagione in rosso prima dell’era Schumacher. Disputò delle discrete stagioni con la Benetton, con la Sauber ed infine con la Prost: Rimarrà sempre ferrarista, su questo non ci piove, ma anche le sue famose battute, l’ultima dedicata a Fernando Alonso; a chi scrive soprattutto un episodio rimase impresso, i primi giri del Gp del Portogallo del 1993, quando quel Cavallino ricominciò a tirare qualche pedata!

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