Intelligenza Artificiale – Imprevedibilità dei Robot

di Juanne Pili.

Negli ultimi anni, i ricercatori nel campo dell’intelligenza artificiale hanno usato l’aumento esponenziale della potenza computazionale dei dati, accumulatasi soprattutto in Internet, mediante gli utenti, nella ricerca accademica.

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«Sebbene la maggior parte di noi sia d’accordo nell’affermare che la persona media è più intelligente del gatto medio, mettere esseri umani e macchine a confronto non è la stessa cosa. Un computer non può eccellere in un ragionamento astratto, ma è in grado di elaborare grandi quantità di dati in un batter d’occhio» – Jelena StajicRichard StoneGilbert ChinBrad Wible, The Rise of the Machines, Science.

Gli algoritmi aiutano le macchine a imparare dai dati e applicare tale conoscenza in nuove situazioni, proprio come gli esseri umani. Ricercatori come Michele Romeo, che abbiamo avuto l’opportunità di intervistare, abbracciano la tesi in base al quale proprio la Rete potrebbe riservarci grandi sorprese, grazie anche alle sue numerose analogie col Sistema Nervoso Centrale. Proprio la complessità di una rete interattiva potrebbe essere infatti la chiave di tutta la questione.  Ad ogni modo, la capacità dei computer di estrarre informazioni personali dai dati degli utenti ha giustamente sollevato problemi di privacy. Non di meno tutt’oggi molti sistemi di AI hanno migliorato la nostra vita; rendendo più facile la comunicazione attraverso la traduzione automatica; diagnosticando malattie; trasformando gli smartphone in assistenti personali.

Molti sistemi di AI sono progettati per applicazioni limitate, come giocare a scacchi, pilotare un jet, o giocare in borsa. I ricercatori di questa branca scientifica hanno anche un’aspirazione più grande: Creare macchine tanto intelligenti da sembrare umani. Trovate in questo articolo una vasta gamma di applicazioni e scoperte tecnologiche che stanno accelerando notevolmente questo processo. Così già oggi cominciano a diventare sempre più seri dei quesiti prima relegati alla fantascienza:

Come possiamo garantire che l’aumento delle macchine resterà interamente sotto il controllo umano?

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Prima ancora forse dovremmo chiederci in fin dei conti cos’è l’Intelligenza e in che modo coincide e si discosta dalla Coscienza e dalla Coscienza di Sé. Recenti studi ci portano oltre, facendoci chiedere se sia possibile distinguere vita e coscienza, tanto da individuare quest’ultima anche nei vegetali. Essere coscienti non è altro che “sentire il mondo” e interagirvi di conseguenza in una maniera talmente complessa da sfuggire al nostro totale controllo. Un Computer risponde ai tasti che digitiamo, se non lo fa come vorremmo c’è un guasto. La Coscienza di Sé prevede che il soggetto cosciente si renda conto della propria individualità, di essere un Io in rapporto col Mondo. Queste definizioni sono già di per se una forma di Intelligenza. Non di meno, se intendiamo questa come misura della capacità di calcolo e di apprendimento, ci rendiamo conto che non possiamo ancora parlare di macchine coscienti. Siamo decisamente critici riguardo la validità del Test di Turing, perché credere di interagire con un essere umano è una situazione soggettiva dei “giudici” chiamati a sostenere il test. Anche se l’esperimento venisse ripetuto migliaia di volte, come potremmo smentire la confutazione mossa da John Searl? nota come esperimento della stanza cinese.

«Searle chiede di supporre che lui si sieda all’interno del calcolatore. In altre parole, egli si immagina in una piccola stanza (la stanza cinese) con un libro contenente la versione in inglese del programma utilizzato dal computer e carta e penna in abbondanza. Searle potrebbe ricevere scritte in cinese attraverso una finestra di ingresso, elaborarle seguendo le istruzioni del programma, e produrre altri simboli cinesi in uscita, in modo identico a quanto faceva il calcolatore. Searle fa notare che egli non capisce i simboli cinesi. Quindi la sua mancanza di comprensione dimostra che il calcolatore non può comprendere il cinese, poiché esso è nella sua stessa situazione. Il calcolatore è un semplice manipolatore di simboli, esattamente come lo è lui nella stanza cinese – e quindi i calcolatori non capiscono quello che stanno dicendo tanto quanto lui» – Wikipedia.

Se è vero che noi tutti nasciamo con un “sistema operativo” già programmato dai geni è altrettanto vero che siamo in grado di fornirci di altri programmi che in un certo modo ci facciamo da soli, non vengono installati da una divinità nelle nostre teste. Tutto ruota quindi attorno al concetto di Apprendimento. Ad un certo punto dell’evoluzione è successo che le “macchine biologiche” – le quali diventano sempre più intelligenti per garantire la sopravvivenza dei geni – hanno raggiunto una capacità di calcolo ed una complessità tale da passare da una fase di totale rispecchiamento della realtà alla capacità di cambiarla a proprio vantaggio.

Chiedersi quindi come impedire che le macchine sfuggano al controllo umano potrebbe significare preoccuparsi che divengano intelligenti sul serio. Un po’ come il padre che ama la figlia ma teme il giorno in cui comincerà a rientrare tardi la sera senza fare nemmeno una telefonata per comunicare dove sta.

Torniamo al concetto di Apprendimento. Proprio su questo punto si sta orientando l’attuale ricerca nel campo. Come costruire computer che migliora automaticamente con l’esperienza? Si tratta di uno dei settori tecnici in più rapida crescita oggi, che si trova all’incrocio tra informatica e statistica, il cui focus vede strettamente vicini l’intelligenza artificiale e l’esigenza di una raccolta scientifica di dati sempre più rapida ed efficiente. I recenti progressi nell’apprendimento delle macchine sono legati allo sviluppo di nuove teorie ed algoritmi di apprendimento uniti all’esplosione in atto nella disponibilità di dati on-line a basso costo. L’adozione di metodi di apprendimento automatico ad alta intensità di dati si trova in tutta la scienza, la tecnologia e il commercio, orientata verso la ricerca di meccanismi decisionali in diversi ambiti sociali, come l’assistenza sanitaria, la produzione, l’educazione, la modellazione finanziaria, di polizia, e del marketing. Gli interessi etici, politici ed economici in gioco sono talmente tanti che molto probabilmente il timore che tutto ci sfugga di mano passerà in secondo piano.

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