Il Femminismo Critico di Colette

di Mariarosa Signorini.

«Ho visto, l’altro ieri, sui bastioni della città, una bella gatta tigrata che degli esseri ignobili avevano abbandonato nell’acqua e nel freddo con i suoi tre cuccioletti. Ho preso le quattro bestiole e le ho portate a casa, al sicuro. Non potrò mai descrivere fino in fondo la riconoscenza dimostratami dalla gatta! Dinanzi ad uno sguardo simile a quello che mi ha rivolto, si potrebbe perfino arrossire, oppure si potrebbe esclamare: È troppo, non lo merito!»

Da una lettera di Colette a Francis Jammes, aprile 1906.

colette

Chi è Colette? Pseudonimo di Sidonie-Gabrielle, Colette nacque ovviamente in Francia il 28 gennaio del 1873.  E’ stata una scrittrice – ma è riduttivo e vi spiegheremo perché – ed è considerata fra le maggiori figure della prima metà del XX secolo.

Colette cresce in grande libertà e a stretto contatto con la natura; ha un’infanzia felice circondata dall’affetto della famiglia, e fin da bambina impara ad amare la musica e i libri, può leggere tutto ciò che desidera: a sei anni già legge Honorè de Balzac e William Shakespeare. Con un padre sprovvisto di senso pratico, Colette viene educata soprattutto dalla madre, una donna di mentalità moderna, atea dichiarata e anticonformista, che in paese dà scandalo prendendo a servizio delle ragazze madri. Ella le insegna ad osservare la natura e le trasmette la passione per il giardinaggio.

A 20 anni Colette sposa Henri Gauthier-Villars, noto con lo pseudonimo di Willy, più grande di lei di quattordici anni. Willy, donnaiolo e viveur, è un uomo molto in vista nell’ambiente artistico e mondano della belle époque parigina e ama essere al centro dell’attenzione, provocare e scandalizzare. Colette sin dall’inizio del matrimonio si ammala a causa, si presume, di una depressione dovuta alla scoperta dei tradimenti del marito e, forse, di una malattia venerea. Ma Willy la introduce nell’ambiente artistico e mondano parigino e la incoraggia a trasferire in un libro  le divertenti avventure di bambina che è solita narrargli, nasce così Claudine a scuola. Verrà pubblicato dopo che Willy ne accentuerà i temi piccanti, che in origine erano appena accennati. Segue poi Claudine a Parigi, trasposto in un’omonima commedia teatrale, Claudine si sposa e Claudine se ne va, tutti usciti a firma del marito. Solo dopo il loro divorzio la serie delle Claudine verrà pubblicata con le firme congiunte di Colette e Willy. Ne nacque un personaggio originale della letteratura francese, «la prima teenager del secolo», un personaggio che invase la Francia. Nei cabaret e nei caffè-concerto apparve «il tipo» Claudine, «si dice che non ci sia bordello di lusso che non abbia fra il personale una Claudine», numerosi articoli commerciali lanciarono anch’essi «la moda Claudine», apparvero così i «profumi Claudine», i «capelli alla Claudine», i «grembiuli alla Claudine», perfino le «cravatte alla Claudine».

Colette intreccia anche una relazione amorosa con Georgie Raoul-Duval, moglie di un miliardario americano, che, stando alla testimonianza di Willy, si interrompe allorquando Colette scopre che ella ha una relazione anche con Willy.

Colette diventa poi compagna e protetta di “Missy”, pseudonimo della marchesa Mathilde de Morny, una delle protagoniste del bel mondo parigino, nota per il suo lesbismo che manifesta travestendosi da uomo. Colette, aiutata da lei e desiderosa di intraprendere una carriera teatrale da mima-danzatrice, si separa da Willy. Al Moulin Rouge Colette e Missy danno scandalo baciandosi con passione sul palco e lo spettacolo verrà badito. Ma la sua attività di attrice di music-hall prosegue e spesso si esibisce nuda.

In prosieguo di tempo sarà anche giornalista e critico teatrale.

Pur non provando simpatia per le femministe della sua epoca, la sua vita e la sua opera letteraria furono la testimonianza di una donna libera, anticonformista ed emancipata, che sfidarono le convenzioni e le restrizioni morali dell’epoca e che contribuirono a rompere alcuni tabù femminili. Era l’inizio del XX secolo, non dimentichiamolo mai. Insignita delle più importanti onorificenze accademiche, nonché Grand’Ufficiale della Legion d’onore, fu la prima donna nella storia della Repubblica Francese a ricevere i funerali di stato.

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