I misteri dello Ziqqurat in Sardegna

di Igor Carta

Sardegna terra di nuraghi, di guerrieri e di navigatori e del mistero di uno Ziqqurat, unico esempio nel Mediterraneo e in Europa

La notevole differenza tra la base e la sommità
La notevole differenza tra la base e la sommità

Forse in tanti sono a conoscenza che in Sardegna, tra Sassari e Porto Torres esiste un sito archeologico molto particolare e altrettanto si potrà osservare che, date le caratteristiche espresse da tale sito, esso raramente compaia nei pacchetti proposti dai tour operator che per la Sardegna prevedono un tipo di turismo assai diverso, malgrado si parli di un monumento più antico delle piramidi. Il sito di Monte d’Accoddi é assai particolare, ed é ritenuto un esempio unico in Europa. Un tempo altro non era che una collinetta, un presunto deposito alluvionale coperto di vegetazione che durante la seconda guerra mondiale venne anche sbancato per ospitare trincee ed una batteria contraerea. Fu solo negli anni ’50 che iniziarono i primi scavi che riportarono alla luce il monumento a cui si aggiunse negli anni ’80 un intervento di restauro. La costruzione viene da alcuni definita un “altare” mentre da altri una vera e propria Ziqquratt assimilabile a quelle più note della Mesopotamia; gli studiosi hanno individuato due distinte fasi nella costruzione, il nucleo centrale sarebbe attribuibile alla “Cultura di Ozieri” che eresse un edificio tronco-piramidale a pianta quadrata con lato stimato di 27 metri, ed una altezza di 5,50 metri. Successivamente, si stima verso il 2800 a.C., attorno all’edificio venne edificata la massicciata più ampia realizzata in grandi blocchi di calcare appena sbozzati e la grande rampa che permette tuttora l’accesso al vertice del monumento. Indagini recenti hanno permesso di rilevare tracce di incendi così come la presenza di un vano interno a cui non é mai stato possibile accedere per timore di crolli.

Il sito visto dal'alto, notare gli angoli dell'altare centrale
Il sito visto dal’alto, notare gli angoli dell’altare centrale

L’importanza del sito per le antiche culture prenuragiche che l’avrebbero edificato é testimoniata dalla presenza di un altare sacrificale, di un menhir, di un omphalos, di sepolture e dei resti di un villaggio; osservando la costruzione nella sua interezza non si può fare a meno di osservarne alcune curiose caratteristiche. L’altare centrale, quello che dovrebbe essere di edificazione più antica, si presenta come una costruzione, per la parte integra, che palesa una notevole perizia, sia per quanto riguarda la posa in opera dei conci di pietra, sia per la perfezione degli angoli che risalta ancora di più osservando il sito dall’alto, perizia che latita invece nel gradone più ampio, quello che dovrebbe invece essere di costruzione più recente. E’ curioso notare come il suo aspetto quasi “stona” rispetto alla perfezione palesata dalla zona più elevata, e allo stesso modo viene spontaneo chiedersi come mai la parte più recente si presenti così “diversa”, con buona pace della normale evoluzione delle tecniche di costruzione. Più passa il tempo, e anche per merito delle nuove scoperte, più si sta prendendo coscienza che l’intera storia dell’isola dovrà essere rivista se non riscritta completamente; il caso dei giganti di Mont’è Prama ha dato una concreta base per credere che la Sardegna non fosse un luogo abitato solo da umili e ignoranti pastorelli, ma da una civiltà in linea se non più avanzata di quelle all’epoca presenti ma più conosciute, come quelle egizia e fenicia. La scoperta di una nuova civiltà, con effetti e benefici inimmaginabili, potrebbe essere davvero dietro l’angolo, ma per le ricerche, si sa, occorrono fondi, e in un paese dove le scuole cadono a pezzi sarà assai difficile reperirli.

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