Gleiwitz – il false flag fatale

di Igor Carta

A Gleiwitz si ebbe un ottimo esempio di false flag, attivato, condotto e soprattutto seguito da una decisa azione militare

falseflag

I complotti esistono, i false flag anche ma ciò non significa che dietro ogni evento poco chiaro si debba per forza nascondere qualcosa di losco. Eventi recenti come l’assalto a Charlie Hebdo, la caduta del volo Germanwings e l’11 settembre potevano, vista la loro stessa portata, nascondere qualcosa ma così non parrebbe, e su Montaigne lo abbiamo dimostrato ampiamente, invitando chiunque possieda eventuali elementi di discussione a presentarli, rinnoviamo l’invito ovviamente. Ma che questi eventi fraudolenti siano sempre esistiti ce lo dice chiaramente la storia recente, il più grande conflitto di sempre, la seconda guerra mondiale fu preceduto proprio da un false flag, il poco conosciuto “incidente di Gleiwitz“. Le radici della seconda guerra mondiale vanno ricercate ovviamente nei trattati firmati, sarebbe meglio dire imposti alla Germania nel 1918, quando venne ridimensionata l’integrità territoriale tedesca, con buona pace del principio di autodeterminazione dei popoli, tanto caro all’allora presidente USA Woodrow Wilson, messo in pratica per alcuni ma per altri meglio non disturbare. Sarebbe stata solo questione di tempo, prima o poi i tedeschi di Danzica e dei Sudeti avrebbero chiesto di riunirsi alla madrepatria, infatti Adolf Hitler fu assai lesto a raccogliere tale grido di dolore. Così annessa l’Austria, tolti i Sudeti alla Cecoslovacchia a cui seguiranno in breve tempo anche Boemia e Moravia, annesso anche il territorio di Memel attraverso un accordo con il governo della Lituania, Hitler spostò le sue mire sul corridoio di Danzica, territorio tedesco fino al trattato di Versailles poi ceduto alla Polonia, mentre la città venne amministrata da un commissario nominato dalla Società delle Nazioni. Propose pare, una trattativa destinata a permettere la costruzione di una ferrovia e di una autostrada che collegasse Danzica e la Prussia Orientale al resto della Germania, ma tale proposta venne seccamente rigettata da Varsavia. Il 23 agosto venne stipulato il patto Molotov-Ribbentrop tra Unione Sovietica e Germania, accordo in cui era già predisposta la spartizione dei territori polacchi tra le due potenze.

 

 

 

Ma mancava ancora qualcosa; Francia e Gran Bretagna rinnovarono il 25 agosto le garanzie di assistenza alla Polonia in caso di aggressione, ciò avrebbe spinto il Führer a posticipare l’inizio delle ostilità previsto per il 26 agosto; già da luglio però, era in studio una azione atta a creare il “casus belli” contro la Polonia. Reinhard Heydrich, pezzo grosso delle SS ed in seguito governatore della Boemia-Moravia si diede da fare insieme alla Gestapo per procurarsi uniformi, armi e documenti dell’esercito polacco per equipaggiare alcuni ufficiali con buona conoscenza del polacco onde inscenare un attacco contro installazioni tedesche presso il confine. L’azione venne eseguita alle ore 20:00 del 31 agosto quando un commando di 12 falso-insorti guidati dal capitano Alfred Naujocks simulò l’assalto alla stazione radio di Gleiwitz, sparando colpi a salve e mandando in onda un comunicato anti-tedesco. Per rendere il tutto più credibile, sia alla stampa estera che all’opinione pubblica tedesca, vennero uccisi sul posto alcuni prigionieri dai tratti slavi, anch’essi con uniforme dell’esercito polacco. Poche ore separarono l’assalto dal materiale avvio dell’invasione, iniziata alle 4:45 del 1 settembre 1939; già al mattino la notizia dell’attacco venne rilanciata dalla stampa, congiuntamente al discorso di Hitler che oltre all’entrata in guerra denunciava almeno 13 attacchi a postazioni tedesche. Che si sia trattato di un false flag lo ammise lo stesso personaggio che guidò l’assalto, ovvero Alfred Naujocks, in una deposizione al processo di Norimberga. L’ordine arrivava direttamente da Hitler e non ammetteva obiezioni di sorta, tutto doveva andare secondo i piani, a detta di Naujocks, sarebbe stato anche previsto, in caso di problemi con la polizia tedesca, di aprire il fuoco comunque, anche contro altri tedeschi. La propaganda di Joseph Goebbels fece poi il resto, nessuno pensò che per scagliare sessanta divisioni a fronte di un attacco di 12 uomini ci sarebbe voluto un po’ di tempo, ma tutto venne attivato con la massima celerità appositamente per prevenire domande scomode. Il resto è storia, anche i false flag del resto, devono essere ben confezionati.

 

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