Giorno Pagano Europeo della Memoria

di Mariarosa Signorini.

Il 24 febbraio 391, Teodosio emanò l’editto di condanna delle pratiche pagane e il fuoco di Vesta, che doveva ardere eternamente a Roma, venne spento.

agora_stillVernant definì il Paganesimo come «religione dell’anima» e ciò per il suo intimo collegamento con il sacro. Ma il Paganesimo è anche molto altro: è la storia di cui sono intessute le nostre città, le parole che quotidianamente usiamo per esprimere i nostri pensieri, l’antica letteratura e filosofia che studiamo a scuola. Il Giorno Pagano Europeo della Memoria, “istituito” nel 2006 è celebrato il 24 febbraio, ha come scopo quello di far riflettere sull’eredità culturale e sociale del Paganesimo. Allo stesso tempo, cogliendone l’antica sacralità, avrebbe lo scopo di far riaccendere dentro a tutti noi l’antico fuoco di Vesta e portarlo nelle nostre vite.

Vesta-Hestia figlia di Saturno e di Opi, sorella di Giove, era la dea del focolare domestico, venerata in ogni casa ed il cui culto consisteva principalmente nel mantenere acceso il fuoco sacro. Le sacerdotesse legate al suo ordine, le vestali avevano il compito di custodire il fuoco sacro alla dea, acceso all’interno del tempio a lei dedicato, impedendo che si spegnesse.

Questa ricorrenza, non riconosciuta dall’Unione Europea, è un’iniziativa di diversi cittadini, organizzati in federazioni, che tutt’oggi credono nel Paganesimo.  Assume significato anche come giorno in cui si ricorda il grande olocausto “pagano”, che è quasi impossibile stimare (taluni citano circa 55 milioni di persone in 500 anni di persecuzioni). Le vittime, uomini e soprattutto donne tacciati come stregoni e streghe adoranti Satana, altro non erano che persone dotate di tradizioni tramandate, quali l’erboristeria, l’astrologia, ecc., inoltre, donne “levatrici”, donne molto belle, donne sagge, donne libere; chiunque aveva il coraggio di essere sé stesso, senza piegarsi ai dettami e alle regole della religione dominante che, nel frattempo, era divenuta quella ufficiale. Degno di menzione il caso della filosofa pagana Ipazia, ricordata nel film Agorà.

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