Frida – L’Eros Femminile

di Mariarosa Signorini.

Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón nasce il 6 luglio 1907 a Coyoacán (Messico).

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Il padre, emigrato dall’Ungheria in Messico, è un uomo semplice e simpatico, ebreo, amante della letteratura e della musica e pittore. In cerca di fortuna in Messico, esercita vari mestieri prima di diventare un fotografo di talento (ispirando probabilmente la figlia Frida, che lo ama perdutamente). La madre è figlia di una messicana e di un indios ed è nata a Oaxaca, antichissima città azteca.

Alla nascita Frida è affetta da spina bifida, non riconosciuta perchè i genitori credono sia affetta da poliomielite, come la sorella minore. Fin dall’adolescenza manifesta talento artistico ed uno spirito indipendente e passionale, riluttante verso ogni convenzione sociale.

Nel 1925, mentre viaggia su un autobus, rimane vittima di un grave incidente, a causa del quale riporta la frattura del bacino. I gravi postumi – un palo le avrebbe perforato il bacino e a causa delle ferite sarebbe stata sottoposta nel corso degli anni a trentadue interventi chirurgici – condizioneranno la sua salute per tutta la vita. Dimessa dall’ospedale, viene costretta a mesi di riposo nel suo letto di casa con il busto ingessato. In tale contesto ella inizia leggere innumerevoli libri, molti dei quali sul movimento comunista, e a dipingere. I genitori le regalano un letto a baldacchino con uno specchio sul soffitto, in modo che possa vedersi, e dei colori.

Il suo primo soggetto è il suo piede, che riesce ad intravedere tra le lenzuola. Inizia poi la serie di autoritratti.

Una volta ristabilitasi – ma i forti dolori postumi la accompagneranno per tutti gli anni a venire – decide di conoscere Diego Rivera, per sottoporre alla sua critica i propri dipinti. Rivera è un illustre pittore murale dell’epoca, con un temperamento geniale, famoso per essere un grande conquistatore di donne bellissime e un comunista appassionato. Questi rimane colpito dallo stile moderno di Frida e la introduce nella scena politica e culturale messicana.

Frida diventa, così, un’attivista del partito comunista e partecipa a numerosissime manifestazioni. Innamoratasi dell’uomo che è diventato la sua “guida” professionale e di vita – Diego Rivera appunto – lo sposa nel 1929, pur consapevole dei continui tradimenti che avrebbe dovuto subire.

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Durante il periodo newyorkese della coppia – a Rivera sono stati commissionati lavori negli USA – Frida rimane incinta. A gravidanza inoltrata avrà un aborto spontaneo, cagionato dall’impossibilità del suo fisico, già debilitato, a portare avanti una gestazione. Questo accadimento la sconvolge, al punto che decide di tornare in Messico con il marito.

La coppia decide di vivere in due case separate, collegate da un ponte, in modo da avere ognuno i propri spazi “artistici”. Divorziano nel 1939 a causa del tradimento di Rivera con la sorella di Frida, ma si risposano nel 1940 a San Francisco.

Da Rivera Frida assimila lo stile “naïf”, famosi sono i suoi piccoli autoritratti, ispirati dall’arte popolare e dai folklori precolombiani. Ella vuole affermare la propria identità messicana e per questo motivo spesso ricorre a soggetti propri delle civiltà native.

Il rapporto ossessivo con il suo corpo martoriato caratterizza la sua arte: il corpo femminile non viene più distorto da uno sguardo maschile. Nonostante i temi della sua pittura siano il dolore, l’erotismo represso e l’uso di figure ibride, le sue opere non sono completamente surrealiste. La sua immaginazione è il prodotto della sua vita, che cerca di rendere accessibile attraverso un simbolismo.

Il suo dispiacere maggiore fu quello di non aver avuto figli. La sua travagliata storia d’amore con Rivera è raccontata in un suo diario, estremamente surreale anch’esso, iniziato nel 1944 e tenuto fino alla morte, una sorta di monologo interiore scandito da immagini e parole. Ebbe numerosi amanti, di ambo i sessi: il rivoluzionario russo Lev Trockij, il poeta Andrè Breton, Tina Modotti, militante comunista e fotografa, la russa Aleksandra Kollontaj, ambasciatrice di Mosca in Messico, la ballerina, coreografa e pittrice Rosa Rolando, la cantante messicana Chavela Vargas.

La politica, nel Messico post-rivoluzionario, era lo strumento femminile per giungere all’emancipazione e si ritiene che Frida si sia iscritta al Partito Comunista Messicano per tale ragione. Frida, una volta adulta, cambia il nome originario Frieda – nome assai usuale in Germania che discende dalla parola “Fried” e che significa “pace” – in Frida per contestare la politica nazista della Germania. Sostiene di essere nata nel 1910, “figlia” della rivoluzione messicana e del Messico moderno. Pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 1954, le venne amputata la gamba destra, ormai in gangrena.

Il titolo dell’album del gruppo musicale britannico Cordplay “Viva la vida or Death and All His Friends” si ispira alla frase che Frida scrisse sul suo ultimo quadro otto giorni prima della sua morte (dal titolo appunto “Viva la vita”), raffigurante colorati cocomeri e frutti tropicali.

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