F1 97 su Playstation – Complesso e Affascinante

di Igor Carta

Anche se vecchio e obsoleto, F1 97 aveva delle peculiarità che vengono riconosciute ancora oggi

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Certamente oggi c’è di meglio, probabilmente anche allora era così, ma quando si è dei quindicenni che non possono permettersi più di una semplice Playstation, F1 97 della Psygnosis era forse “il gioco” di F1 per antonomasia. Molti suoi aspetti facevano sorridere già allora, ma fu sufficiente attendere l’uscita del capitolo successivo F1 98, sempre della Psygnosis, per capire che era invece quanto fosse, il 97, una manna dal cielo.

Tanto per cominciare aveva il più elevato numero di tracciati, compresi quelli destinati ad estinguersi in breve tempo come l’Estoril, Jerez, Buenos Aires, Magny Cours ed il vecchio velocissimo Hockenheim, altri che sono stati via via spogliati della loro bellezza originaria come Spa, Montecarlo, Silverstone e Monza, riprodotti graficamente con estrema fedeltà, anche se qualcuno ha messo in dubbio certi aspetti come lo sviluppo metrico effettivo, non è inusuale trovarsi a marcare tempi sul giro migliori della realtà anche di parecchi secondi. Secondo ottimo aspetto, il grande range dei livelli di difficoltà che permette, con la pratica, di accrescere le proprie doti di guida, di messa a punto e di tattica. Terzo buon aspetto il meteo, ottimo come realismo sia grafico che sonoro ma anche per gli effetti sulla pista e sulla guida. Inoltre il format del week end di gara, specie quello delle qualifiche era assai diverso rispetto a quello odierno, 60 minuti di sessione in cui occorreva arrivare con la vettura già perfettamente a punto e solo 12 giri, 4 tentativi, per cercare di segnare la pole.

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Veniamo ora alle dolenti note, in primis una velocità non eccelsa del caricamento, altri aspetti “lenti” come la impossibilità di accelerare il tempo della sessione, che arriverà con F1 99, la partenza delle sessioni libere e di qualifica che avviene nella penultima curva dell’ultimo intermedio rivela l’attitudine “arcade” del gioco anche usando la modalità “grand prix”, quella maggiormente customizzabile. E la messa a punto non era certo uno scherzo, internet non era ancora un prodotto a largo consumo, c’erano le riviste specializzate o ancora chi cercava l’assetto ottimale seguendo i consigli di Mika Salo, allora driver della Tyrrell, direttamente nella sua rubrica su Autosprint!

E fare gli sboroni non era affatto semplice, affrontare un intero week end di gara, set-up da costruire quasi da zero, più i consumi di gomme e carburante, danni, incidenti e guasti con meteo imprevedibile non era certo una passeggiata; peccato per l’IA degli altri piloti, davvero oscena, pare cerchino a tutti i costi il contatto, altresì dicasi per il sonoro dei loro motori, più simile ad uno stormo di zanzare del Congo che a dei rombanti V10, per non parlare della tendenza a “mettersi in coda” nelle curve più lente. Nota positiva merita senz’altro la guidabilità soggettiva, infatti mettere anche solo una ruota sull’erba, sulla ghiaia o su un cordolo bagnato significava quasi sempre andare per prati o nella peggiore delle ipotesi a muro, “Benvenuti in Quebec”!

 

Questione di gusti insomma, alcuni aspetti vennero migliorati con le versioni successive, ad esempio in F1 2000 della Electronic Arts si partiva dai box e non dal tracciato, su F1 99 era possibile accorciare le sessioni ma come “libertà d’azione” F1 97 di Psygnosis rimane ineguagliabile.

Consigliato ai nostalgici e agli “smanettoni” degli assetti; peccato per quelle carreggiate, troppo troppo larghe!

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