Ducati Monster – Fascino senza età

di Igor Carta

Correva l’anno 1993 quando la Ducati Monster sconvolse il mondo delle due ruote, capostipite del genere naked.

La Monster M.Y. 93
La Monster M.Y. 93

Colei che era ed è tuttora la regina indiscussa, nonché capostipite, del genere “naked”, la Ducati Monster, altro non era che un ibrido derivato dalla serie corse 851/888 adattato alla bisogna dal designer Miguel Galluzzi. Il primo prototipo montava, sul classico telaio in tubi d’acciaio, l’ormai leggendario motore bicilindrico a “L” da 904 cc a distribuzione desmodromica, opera dell’ingegnere Fabio Taglioni, raffreddamento aria/olio e la caratteristica frizione a secco. Scendendo nel dettaglio, l’allora top della gamma montava componenti di prim’ordine: forcella Showa a steli rovesciati, pinze freno Brembo serie Oro e un classico faro tondo stile custom la dotava di uno “sguardo” inconfondibile. Arrivarono anche le cilindrate minori, la poco conosciuta 400, la 600 poi divenuta 620, poi 750 e 800 fino alle 9001000; in seguito, visti i successi nella Superbike si pensò bene di montare i ben dotati motori della serie 916-998 anche sulla ormai famosa naked, ed il risultato fu assai ben gradito dagli appassionati. Qualche purista rimase poco convinto, specie da quell’ ingombrante radiatore che appesantiva una silhouette che rasentava la perfezione, ma i dati delle vendite parlarono chiaro, anche la serie S4, poi evolutasi in S4R ed S4Rs fu assai apprezzata.

La Monster 620 Dark
La Monster 620 Dark

Ma fu nel 2002 che la Monster, sì la moto è femmina, divenne un oggetto di culto, quando debutta la 620 Dark. Oltre alla crescita di cilindrata, la piccola di casa Ducati monta l’iniezione elettronica, una nuova strumentazione e si presenta con una livrea avida di tonalità. I designer di Borgo Panigale scommisero sul fatto che, fin dal debutto, la loro creatura veniva immancabilmente e immediatamente ritoccata. In primis specchietti e frecce, sgraziati e troppo “plasticosi”. Alcuni si spingevano oltre, segando via la parte terminale della coda per aumentare l’aggressività della linea. La livrea Dark nacque proprio per questo, aumentare le possibilità di personalizzazione anche a elementi come serbatoio e telaio. Arrivarono addirittura i carter trasparenti, per ammirare il lavoro della cinghia di distribuzione. Fu forse questo il segreto del successo della naked bolognese, non ne esistette mai una uguale all’altra; alcuni si spinsero in personalizzazioni in salsa Superbike, con componenti in carbonio e scarichi rialzati per permettere “pieghe” ancora più estreme, altri invece giudicarono la Monster adatta a personalizzazioni più “classiche” che vedevano il montaggio di tanti, ma piccoli, particolari cromati a richiamo dell’immortale Scrambler o delle custom di casa Harley Davidson. Ma fu forse nel 2005 che la Monster giunse all’ apice dello sviluppo, almeno dal punto di vista estetico.

 

La Monster S2R 1000
La Monster S2R 1000

Arrivò sul mercato la serie S2R nelle cilindrate 800 seguita l’anno dopo dalla 1000. La storia non cambiò di molto; saggiamente, e forse prendendo ad esempio le idee e le creazioni degli utenti, la Ducati propose la versione definitiva del “Pompone”; arrivava così il forcellone posteriore monobraccio identico alla mitica 998 ed un bel doppio scarico sovrapposto e ovviamente rialzato, frizione a bagno d’olio per la 800 mentre sulla 1000, per i ducatisti più intransigenti, la classica e granitica frizione a secco.

Nel 2008 arriva la nuova 696, e qualcuno, da subito, storce il naso; miglioramenti nella meccanica, nella ciclistica e nell’elettronica; è stranota la inaffidabilità in tale campo delle Ducati ante 2000, ma il fascino non è certamente lo stesso. La linea non dice granché, qualcuno la associa alla concorrenza giapponese. Chissà che l’uscita lo scorso novembre del nuovo Scrambler non sia un auspicio ad un ritorno, non al vecchio, ma allo spirito, alle frizioni dure da azionare, alle botte quando si ingrana la prima e a quell’unico, inconfondibile rumore di meccanica che per il ducatista è musica. Per tutti gli altri, pregasi attendere novità dal Giappone.

Il Top della gamma, la S4Rs Tricolore
Il Top della gamma, la S4Rs Tricolore

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