Coscienza Vegetale – Cos’è la Vita?

di Juanne Pili.

Il primo a parlare di capacità di movimento nelle piante e a considerare gli apici radicali un sistema paragonabile a quello nervoso animale è stato Charles Darwin, mentre suo figlio Francis è stato il primo a occuparsi di Neurobiologia Vegetale. Ci si chiede dunque se si può parlare di coscienza vegetale.

cervellopianteNonostante sappiamo da tempo dell’esistenza di piante carnivore – che si nutrono proprio di animali – e della simbiosi che molti vegetali hanno instaurato con gli animali, scambiando sostanze nutritive con il trasporto del polline, è ancora difficile pensare alle piante come esseri dotati di una seppur minima coscienza. E’ importante a questo proposito tenere a mente almeno due punti fondamentali:

Primo, la coscienza e la coscienza di sé sono due cose diverse;

Secondo, il bioritmo degli animali e dei vegetali è diverso.

Possiamo parlare di coscienza di sé quando un individuo percepisce la differenza tra sé stesso e l’ambiente (compresi altri individui che ne fanno parte); questa capacità non è presente in tutti gli animali, gli insetti in quanto dotati solo di un sistema nervoso “periferico”, ma non di un encefalo, ne sono totalmente privi, mentre i primati sono quelli che ne sono più dotati, dopo l’Uomo, unico Ominide rimasto sulla Terra; si pensa che altri animali come cani, gatti e delfini ne siano dotati; nella maggior parte dei casi invece gli animali non vedono il Mondo, loro “sono” il Mondo; un leone “è” la gazzella che mangia, il vento che gli accarezza la criniera, il bracconiere che gli spara addosso, eccetera. Sappiamo che i neonati per un certo periodo sentono di essere un tutt’uno con la madre, ignorando il resto; man mano durante lo sviluppo avviene un processo di differenziazione nella mente del bambino che lo porterà ad assumere la piena coscienza di sé.

stefano-mancuso-verde-brillante-5242fe4e36b1a0.78803556Per i vegetali si è sempre pensato che le cose andassero in maniera diversa; innanzitutto le consideravamo esseri viventi immobili e quindi incapaci di sentire l’ambiente o interagire attivamente con esso. Questo dipende da un equivoco dovuto al loro bioritmo, estremamente lento rispetto al nostro. Solo oggi, grazie alla tecnologia attuale, possiamo verificare quanto Darwin fosse stato lungimirante – del resto col suo evoluzionismo aveva già capito come la lentezza dei cicli vitali e terrestri potessero trarre in inganno – oggi, infatti, possiamo velocizzare i filmati prodotti da una videocamera fissata per lunghi periodi davanti ad un vegetale. Ciò che si può vedere in questo modo lascia di stucco.

Le piante “appena nate” tendono a giocare proprio come i cuccioli animali, si allenano a seguire il Sole, attività che le impegnerà nella vita adulta; la notte dormono anche loro riducendo al minimo i loro movimenti, mentre di giorno si muovono “freneticamente”, solo che noi, avendo un bioritmo estremamente lento, non ce ne possiamo accorgere “a occhio nudo”.

piante_intelligenza_aliena_03Sono state fatte ricerche anche riguardo gli apici radicali, riscontrando la presenza di potenziali d’azione, ovvero l’attività elettrica che caratterizza i neuroni. Se si posiziona un’asta di fronte ad una pianta ci accorgiamo velocizzando i filmati che questa esplora l’ambiente fino a quando non trova l’asta e ci si avvinghia.

Certamente la Neurobiologia Vegetale è una scienza “di confine”, le ricerche devono ancora andare avanti e sono fatte in maniera seria, le critiche non mancano, ma i risultati lasciano sempre meno spazio a dubbi. Il principale esponente di questa disciplina in Italia è Stefano Mancuso. Ciò che si evince da questi studi è che non dovrebbe esserci una separazione tra vita e movimento, in nessun caso si dovrebbe poter intendere la vita senza movimento e coscienza; un essere che non è in grado di percepire l’habitat in cui si trova dovrebbe essere considerato “inanimato”; del resto è la ragione per cui l’assenza di attività cerebrale viene considerata “morte cerebrale”, nonostante il cuore continui a pompare sangue.

Consciousness-300x233A questo punto ci permettiamo di porre due domande:

Se disponessimo di filmati che ci permettessero di osservare ad alta velocità l’intero Universo potremmo dedurre che le galassie hanno una coscienza? Non lo sapremo mai, ma il quesito rimane: Cos’è la vita? Non è detto che gli organismi cellulari ne abbiano il monopolio.

La seconda domanda è “adesso i vegani che fanno?”. Se anche le piante sono esseri coscienti, in grado di “sentire”, anche se in modo diverso, non sarebbe sbagliato nutrirsene? Forse hanno ragione i fruttariani? Oppure non siamo capaci di accettare il fatto che, essendo la vita una forma effimera dentro cui scorre la materia, non è possibile sopravvivere senza sacrificare altre forme di vita, perché non possiamo esimerci da questo “fiume” se non al prezzo di esserne travolti.

Per saperne di più, vi proponiamo innanzitutto la visione di un intervento di Stefano Mancuso alla TED Conference (cfr. video incorporato) ed il Convegno sulla Neurobiologia Vegetale tenutosi presso la Biblioteca di San Giorgio a Cremano l’anno scorso, con la presenza di diversi esperti. Potete anche scaricare gratuitamente questo PDF dove viene fatta un’ottima sintesi delle teorie e degli studi attuali. Per approfondire anche riguardo le principali critiche a questa disciplina rimandiamo alla consultazione della Wikipedia inglese, con una particolare attenzione anche verso la bibliografia. Sul sito della Rai trovate anche la puntata di Che Tempo Che Fa, con l’intervista di Fabio Fazio al Prof. Mancuso.

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