CO2 per Produrre Materiali Industriali col Solare

di Juanne Pili.

Come novelli alchimisti i ricercatori americani sono coinvolti nello sviluppo di tecnologie ad energia solare  per ottenere materiali industriali consumando CO2.

co2

Stuart Licht, chimico della George Washington University, ha pubblicato i risultati del lavoro del suo team su Nano Letters. Hanno sviluppato un reattore solare in grado di prendere CO2 dall’aria e convertirla in nanofibre di carbonio solido. I ricercatori hanno scoperto che quando si aggiungono tracce di nickel, rame, cobalto o ferro nella loro cella elettrolitica, i metalli formano piccole isole sul catodo che poi servirà come punto di atterraggio per migliaia di atomi di carbonio, che vanno rapidamente a formare fibre lunghe e sottili.

La Liquid Light (New Jersey) e la Skyonic (Texas) utilizzano la medesima tecnologia per produrre rispettivamente Glicole etilenico, bicarbonato di sodio, acido cloridrico e candeggina.

Il chimico Matthew Kanan, della Stanford University, che sta lavorando alla conversione della CO2 in plastica. Adesso la prossima tappa sono i  combustibili. In teoria sarebbe una bella idea, praticamente l’impatto ambientale del consumo di combustibili e altre sostanze industriali verrebbe notevolmente ridotto.

La strada verso i combustibili solari è ancora una lunga. Concorrono anche fattori non scientifici come le fluttuazioni del prezzo di mercato dei combustibili fossili ed i costi che comporterà realizzare questa nuova tecnologia su vasta scala. Eppure i progressi nel campo delle energie rinnovabili sono stati tali da non farci perdere affatto la speranza.

Oggi in Danimarca, il 30% dell’elettricità si ricava da impianti eolici, che sono in continua espansione, si prevede che presto copriranno il 50% entro il 2020. Nel luglio scorso è stato raggiunto il record del 140% del fabbisogno elettrico danese. Dell’enorme disavanzo hanno potuto beneficiare Germania, Norvegia e Svezia. Oggi parlando del modello Danese si usano termini come “banca di energia”. Il “problema” – per chi vede solo le possibilità di profitto – non è la famigerata “discontinuità” dell’eolico, quanto il crollo dei prezzi durante i periodi di abbondanza.  Ecco perché la scienza da sola non basta. Occorre anche un cambio di paradigma, nel modo stesso in cui pensiamo la società. Davvero ci sembra realistico che si possa abbandonare un mondo di risorse precarie, senza traumi, conservando un sistema economico come quello attuale? vecchio ormai di 300 anni, quando ancora il mondo si reggeva consumando carbone.

© Riproduzione Riservata

RelatedPost

Commenti

commenti

Precedente Prostitute - Pseudo Femminismo a Roma Successivo Bufala - Pteurosauro vivo nell'Idaho