BURAN – lo Shuttle sovietico

di Igor Carta

Pochi lo sanno, ma anche l’Unione Sovietica stava sviluppando il proprio Space Shuttle prima del tracollo

Lo spettacolare hangar di Bajkonur
Lo spettacolare hangar di Bajkonur

Il nome Bajkonur è ormani di dominio pubblico grazie alla recente impresa di Samantha Cristoforetti, ma proprio qualche giorno fa, il famoso cosmodromo russo è tornato alla ribalta per l’incursione di un fotografo, tal Ralph Mirebs, che penetrato in un hangar abbandonato di enormi dimensioni, 132 metri di lunghezza per 62 di altezza, dotato di gru capaci di sollevare fino a 400 tonnellate, in cui albergano ancora due delle navette del programma BURAN, in russo tempesta di neve, lo space shuttle sovietico impostato dal 1974 e poi abbandonato nel 1993 su ordine dell’allora presidente Boris Eltsin. E’ stato calcolato che il progetto BURAN, costato 16.4 miliardi di rubli e che impiegò oltre un milione di persone e più di 1200 aziende abbia dato un concreto aiuto al collasso economico dell’Unione Sovietica; a spingere verso una copia bella e buona dello Space Shuttle furono a quanto pare le gerarchie militari, secondo cui il nuovo veicolo spaziale statunitense aveva scopi unicamente militari, vi era quindi la necessità di “pareggiare il conto” quanto prima.

 

 

 

Le due navicelle fotografate da Mirebs non ebbero mai il privilegio di staccarsi dal suolo, gli unici furono il modello OK-1K1, che effettuò un lancio senza equipaggio il 15 novembre 1988, spinto dal vettore Energia, ma distrutto dal crollo, nel 2002, dell’hangar in cui era custodito, sempre a Bajkonur, mentre è tuttora esposto al Technikmuseum Speyer di Spira, in Germania, il prototipo OK-GLI, sviluppato ed impiegato per i test aerodinamici tra il 1985 ed il 1989; si trattava in parole povere di un vero e proprio aeroplano che, una volta decollato e raggiunta la quota prestabilita spegneva i motori e planava verso il suolo, fornendo ad ingegneri e specialisti preziosi dati sul comportamento della navetta durante la fase di rientro, tuttora la più delicata nei viaggi fuori dall’atmosfera. Il BURAN 1K1 effettuò solo un breve volo senza equipaggio, la seconda missione della durata di 15-20 giorni, sempre senza equipaggio era prevista per il 1993, che ovviamente non avvenne per le ragioni già citate; si può tuttavia osservare che fu un bene l’abbandono del progetto, che fece in modo che le poche risorse rimaste vennero concentrate sulla solida e ben collaudata Sojuz. Vista anche l’amara conclusione del programma Space Shuttle, specie con la tragedia del Columbia, forse gli USA avrebbero fatto bene a non pensionare così in fretta il vettore Saturno V e la capsula Skylab.

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