Brothers in Arms – l’apice dei Dire Straits

di Igor Carta

Brothers in Arms è stato forse il più grande, e purtroppo ultimo, successo dei Dire Straits

brothers

I più giovani penseranno che Brothers in Arms sia solo il titolo di un videogioco,, ma in realtà è molto di più, è uno dei singoli più conosciuti e forse il più famoso album dei Dire Straits; messo in cantiere alla fine del 1984 e pubblicato il 13 maggio 1985 vanta ancora oggi numeri da capogiro con ben 35.000.000 di copie vendute ed annovera tra i suoi singoli quelli che sono forse i pezzi più noti della band di Mark Knoplfer, come Walk of Life, l’inconfondibile Money for Nothing e ovviamente la title track, quella Brothers in Arms che divenne in poco tempo un vero inno pacifista, e suggeriamo caldamente di ascoltarla eseguita dai Gregorian, è qualcosa di celestiale. Tuttavia tutte le tracce dell’album hanno qualcosa che le rende meritevoli di essere ascoltate, valutate, interpretate. So far Away è un celestiale mix tra chitarre e tastiere, con il basso a dare profondità, che dovrebbe fare scuola, davvero un genere a sé, un pezzo che, come suggerito dal titolo, ti porta davvero lontano. Money for Nothing…chi non la conosce?

 

 

 

 

 

Quell’intro di batteria seguito dal riff di chitarra è entrato giocoforza nell’olimpo della musica, idem dicasi per l’intro, stavolta di tastiera, anch’esso assai famoso, di Walk of Life. Un’altro intro celebre è quello di sassofono con cui si apre You latest Trick, Why Worry venne anche remixata in versione dance anni fa mentre le altre, Ride Across the River, The Man too Strong e One World sono pezzi di denuncia della guerra, della violenza e del businnes. Come spesso purtroppo accade, raggiunta la vetta si scende, infatti dopo Brothers in Arms passarono ben sei anni, era il 1991, per la pubblicazione di quello che rimane l’ultimo album dei Dire Straits, quel On Every Street che non riuscì minimamente ad avvicinarsi alla popolarità dei suoi predecessori Alchemy, Making Movies e Brothers in Arms. Fu in quel periodo che Mark Knoplfer, sempre più assorbito dall’attività di compositore di colonne sonore definì i Dire Straits un luogo meraviglioso da visitare, ma non in cui fermarsi a vivere. Peccato.

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