96 Heures – Nuovo Film di Frédéric Schoendoerffer

di Enrico Bulleri.

Il nuovo film di Frédéric Schoendoerffer, “96 Heures” è senza dubbio il suo miglior lavoro fino ad oggi. E’ controllato meglio dei suoi film precedenti, molto più realistico (soloTruands” corrisponde alla sua cruda intensità) e molto più sfumato. Si potrebbe facilmente obiettare che abbia pure il cast migliore.

96-heures-afficheIl detective veterano Gabriel Carrè (Gérard Lanvin – Point Blank , “Les Lyonnais/Gang Wars” ) viene rapito dal suo appartamento da un gruppo di uomini armati che lo avvertono di seguire le loro istruzioni, se egli vuole rimanere in vita. Gli uomini e le Carrè entrano poi in un carcere da qualche parte nella periferia della città, organizzati per farsi consegnare il boss Victor Kancel (Niels Arestrup, “A Prophèt/Un Profeta”) per trasferirlo in un’altra struttura dove ci si aspetta di metterlo sotto protezione prima di un importante processo. Supponendo che Carrè si occupi del suo trasferimento, le autorità rilasciano rapidamente Kancel e un’ora dopo sono tutti dentro la sua elegante villa.

Alla villa, Carrè è incatenato e messo sotto interrogatorio. Kancel vuole da Carrè il nome del confidente che tre anni fa prima lo ha fatto catturare dalla polizia per un lavoro che stava progettando, portandolo dunque al suo arresto. Dopo che avrà ucciso il traditore, Kancel prevede di lasciare la Francia e stabilirsi in Spagna. Egli ha esattamente 96 ore per farlo prima che il suo ”trasferimento” scada e le autorità si rendano conto che è diventato un fuggitivo.

Carrè tenta di guadagnare tempo facendo i nomi di informatori compromessi o morti, ma Kancel gli dimostra efficacemente di non avere cné il tempo né la voglia di giocare.

Nel frattempo, uno dei colleghi di Carrè (Sylvie Testud,” Lourdes “) visita sua moglie (Anne Consigny,” Lo scafandro e la farfalla), e si rende conto che qualcosa di brutto è accaduto al detective dopo che ella la avverte di stare lontano da loro. Poi scopre che Kancel è scomparso.

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La trama è apparentemente semplice: un gangster in fuga ha una scadenza fissa di tempo per trovare e uccidere l’uomo che lo ha tradito. Egli rapisce il detective che lo ha arrestato per chiedergli che gli dia il nome del suo informatore. Quando il detective si rifiuta, inizia a torturarlo. Qui non c’è molto spazio per le sorprese? Sbagliato. Dopo che alcuni pezzi minori della trama vengono riordinati, il film diventa un puzzle che si ricompone con molti colpi di scena che si susseguono letteralmente fino allo scorrimento dei titoli di coda.

Il film è pure molto d’atmosfera In superficie appare calmo e rilassato, ma dopo che l’azione si sposta nella villa di Kancel la presenza della morte può essere facilmente avvertita ogni volta che il boss interpretato dal sempre bravo Nils Arestrup parla davanti all’obiettivo della macchina da presa. Il fatto che egli sia anche incredibilmente intelligente e nessuno intorno a lui sembri in grado di leggere nella sua mente le proprie reali intenzioni aggiunge anche un senso di incertezza per il mix. (Il gangster invecchiato impersonato qui da Arestrup è ancora più intimidatorio del boss corso il quale risultava già così tanto suggestivo nel dramma criminale citato sopra di Jacques Audiard (“A Prophet/Un Profeta” ).

Schoendoerffer ha girato “96 Heures” con il direttore della fotografia Vincent Gallot, che era uno dei operatori di Michael Haneke per il suo film drammatico vincitore di un Oscar come Miglior Film Straniero, “Amour”..

La sceneggiatura è basata su una sceneggiatura di Simon Michaël, che aveva anche co-scritto la sceneggiatura per la commedia di Claude Zidi “La Totale!”, Che aveva ispirato il blockbuster di James Cameron “True Lies.

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