25 Aprile – processo a Gerhard Sommer

di Igor Carta

A settant’anni dal 25 aprile torna d’attualità l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, uno dei responsabili presto potrebbe finire a processo

++ NAZISMO:STRAGE STAZZEMA,BERLINO NON PROCESSERA' EX SS ++

Con l’avvicinarsi della ricorrenza del 25 aprile tornano alla ribalta vecchie storie, o chiamandole con il nome adatto, vecchi conti ancora da saldare. Quello della caccia agli ultimi criminali nazisti sembra ormai un capitolo che si sta lentamente chiudendo, alcuni come Adolf Eichmann o Herbert Cukurs sono stati raggiunti dal Mossad, altri come Josef Mengele o Alois Brunner l’hanno fatta franca, i resti del primo vennero rinvenuti nel 1985 mentre del secondo non si sa molto, tranne che forse la natura avrà ormai fatto il suo corso. Eppure c’é ancora qualcuno che potrebbe finire, malgrado l’età avanzata, davanti alla sbarra entro quest’anno, per un crimine commesso proprio in Italia. Stiamo parlando di Gerhard Sommer, ex ufficiale delle SS ritenuto responsabile dalla magistratura italiana, su di lui pende una condanna all’ergastolo da parte della Cassazione, dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. In questo luogo, il 12 agosto del 1944, i reparti della 16a SS Panzergranadieren massacrarono 560 persone, in maggior parte donne, vecchi e bambini, la vittima più giovane aveva appena 20 giorni di vita.

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Sono passati 71 anni eppure Sommer potrebbe, il condizionale é d’obbligo, rispondere del suo operato davanti a un magistrato, il suo nome é tuttora il primo della famosa lista di Simon Wiesenthal, ma contrariamente ai suoi più illustri predecessori Sommer non é latitante o introvabile grazie ai soliti simpatizzanti siriani o sudamericani, visto che tutt’oggi alberga in una casa di riposo ad Amburgo; sette decenni per portare a processo un comune cittadino che non lasciò mai l’Europa? Non é tanto strano visto che un altro criminale, Adolf Storms, venne rintracciato da uno studente austriaco semplicemente consultando l’elenco del telefono. Per quanto abominevole pare che sia proprio così, per ragioni mai chiarite del tutto le responsabilità di Sommer, così come quelle di tutti i suoi commilitoni, erano già ben note poco dopo la fine della guerra, ricostruite e documentate da un corposo dossier redatto dall’esercito USA consegnato poi alle autorità italiane. Il faldone venne però “scoperto” solo nel 1994 nel famoso “armadio della vergogna“, quello dell’archivio della Procura Militare di Roma, rinvenuto girato con le ante verso il muro dal magistrato Antonino Intelisano, mentre cercava le prove del coinvolgimento di Erich Priebke nell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Ma se fino ad un anno fa sembrava quasi fatta per l’apertura del processo in Germania, per effetto dell’annullamento della sentenza della Procura di Stoccarda che riconosceva l’impossibilità di riconoscere responsabilità individuali nell’operato delle SS in Toscana, sono nel frattempo emersi nuovi cavilli, visto che Sommer avrebbe presentato un certificato comprovante la propria impossibilità a presentarsi in udienza. Potrebbe tranquillamente trattarsi di una boutade vera a metà, vista l’età avanzata, ci si chiede però quanto sia utile processare un 90enne, ma soprattutto perché ci siano voluti 70 anni per citare in giudizio i responsabili, visto che i loro nomi pare fossero già noti alla fine della guerra. In Italia, benché in ritardo, le condanne sono arrivate, ma non fu mai possibile arrestare i condannati, per le note farraginose procedure che gestiscono simili casi, ma quell’armadio girato verso il muro assume una valenza ancora più significativa. Depistaggio, occultamento di prove, cavilli giudiziari, alla fine il menù é sempre lo stesso.

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