2022 I Sopravvissuti – Ricordando Van Patten

di Enrico Bulleri.

2022 I Sopravvissuti – Dedicato a Richard Vincent “Dick” Van Patten (9 dic 1928 – 23 giugno 2015).

soylent green posterVolevo scrivere qualcosa per la scomparsa di Van Patten, a 86 anni, un attore che per me in anni felici a cavallo tra la fine dei settanta e i primi anni ottanta ho sentito quasi come una persona che potessi conoscere veramente, entrando quotidianamente in casa grazie alla programmazione Rai pomeridiana de La Famiglia Bradford, telefilm di enorme successo per il quale sarà per sempre ricordato come Papà Tom. Pochi fuori dagli Stati Uniti sanno che egli è stato anche un avvocato per i diritti dei consumatori e per quelli degli animali, oltre che un accorto uomo d’affari. Ma egli rimarrà il protagonista della su menzionata serie della ABC a imperitura memoria.

Van Patten però oltre che in televisione da “Happy Days” a “The New Dick Van Dyke Show”, “Love Boat”, “Barnaby Jones”, fino al recente “Arrested Development”, è stato molto attivo anche al cinema, sempre in ruoli di supporto. Alcuni dei suoi film più famosi sono tra i tanti titoli della sua lunga carriera iniziata nei cinquanta, “I Due Mondi di Charly”(Charly)(1968)di Ralph Nelson, Alta tensione”(High Anxiety)(1977) di Mel Brooks, “Il Mondo dei Robot”(Westworld)(1973) di Michael Crichton, e, “2022: I Sopravvissuti”(Soylent Green)(1973)di Richard Fleischer.

Come si può notare oltre che per la sua partecipazione ad uno dei migliori film in assoluto di Mel Brooks( con il quale tornerà per lo stanco “Robin Hood: Un Uomo in calzamaglia” nel 1993), Van Patten ha preso parte ad un classico della fantascienza drammatica e filosofica dei sessanta come “I Due Mondi di Charly”, che fece vincere a Cliff Robertson l’Oscar come Migliore Attore Protagonista, e a due dei maggiori classici della fantascienza distopica ed adulta, degli anni settanta.

La mia scelta per discostarmi nell’omaggio parlando di uno dei suoi film per il cinema non poteva dunque che vertere su uno di questi due film, così significativi per il cinema di fantascienza tutto. Alla fine, rispetto al pur sempre straordinario film di Michael Crichton con un indimenticabile Yul Brynner, non potevo che scegliere l’altrettanto splendido film di Richard Fleischer, anche perchè Van Patten vi è presente in una sequenza particolarmente memorabile e commovente, e che ha rappresentato l’ultima scena nel film e di lì a poco nella vita morendo di cancro dopo alcuni giorni, di uno dei più grandi attori del cinema americano dagli anni trenta al 1973. Sto parlando ovviamente della commovente sequenza della morte per eutanasia al “Centro della Dolce Morte”, di Sol/Edward G. Robinson.

Tanto per rendere l’idea, questi furono i premi che vinse il film:


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Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror, USA Anno 1975

Ha Vinto lo Scroll d’oro come Miglior Film di Fantascienza.

Festival del Cinema Fantastico di Avoriaz Anno 1974 Ha Vinto il Gran Premio a Richard Fleischer

Hugo awards Anno 1974

Nominato al Premio Hugo come Miglior Opera Drammatica Harry Harrison (romanzo) Stanley R. Greenberg (sceneggiatura)

Richard Fleischer (regista) Scienze Fiction and Fantasy Writers of America Anno 1974

Ha Vinto il Nebula Award per la Miglior Opera Drammatica a Stanley R. Greenberg (sceneggiatura) Harry Harrison (romanzo) Thatcher.

Cast:
Charlton Heston (Detective Frank Thorn), Edward G. Robinson (Sol Roth), Leigh Taylor-Young (Shirl), Chuck Connors (Tab Fielding), Brock Peters (Hatcher), Paula Kelly (Martha), Joseph Cotten (William Simonson).

Trama


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New York nel 2025, è una città che sta scoppiando con una popolazione di 40 milioni di persone. Il detective di polizia Frank Thorn viene assegnato ad indagare dopo che Wilhelm Simonson (Joseph Cotten), il capo della Soylent Corporation, che fornisce il cibo per tutta la città, viene assassinato nel suo appartamento. I superiori di Thorn desiderano liquidare l’omicidio come una semplice rapina. Ma Thorn non è disposto a farlo e viene coinvolto nel mistero riguardante il segreto del Soylent Green. Alla fine, si scopre la vera oscura rivelazione che Simonson minacciava di divulgare- ovvero che il Soylent è costituito dai corpi dei morti, che vengono ritrattati come cibo.

2022 I Sopravvissuti nel bel titolo italiano, (Soylent Green) è stato uno dei pochi film di fantascienza realizzati con un buon budget nell’era pre-blockbuster, inaugurata da “Star Wars”. Esso dimostrò di essere uno dei film di maggior successo del suo tempo, anche se non sembrava tale quando venne girato, infatti lo studio MgM non lo sosteneva. Charlton Heston, che all’epoca era una delle maggiori star, e soprattutto della fantascienza grazie al ruolo di Taylor nell’enorme successo di “The Planet of the Apes”, aveva acquistato i diritti del romanzo di Harry Harrison “Make Room, Make Room” (1966) e lavorato per anni, come era suo solito, per arrivare ad un finanziamento del progetto. Ma poi il tema della sovrappopolazione entrò nella coscienza della pubblica opinione, che emerge alla fine degli anni sessanta in mezzo tutta una serie di preoccupazioni ambientali, e spinta in gran parte dal famoso e documentato libro best seller di Paul EhrlichThe Population Bomb” (1968), che aveva espresso gravi preoccupazioni circa l’aumento esponenziale della popolazione mondiale. Un certo numero di altri film dell’epoca riprese il tema – titoli del calibro di “ZPG -Un Mondo maledetto fatto di bambole” (1971), film britannico di Michael Campus, “The Last Child”(L’Ultimo bambino) (1971) di John Llewellyn Moxey, famoso film tv americano che un tempo programmava la benemerita TMC, e il più celebre di tutti “La Fuga di Logan”(Logan’s Run) (1976) di Michael Anderson. Alla fine la MGM sostenne il progetto e il film fu un ragionevole successo, anzi, divenne uno dei primi dieci film di fantascienza in quanto al guadagno, del box-office americano pre-1977 di “Star Wars”. Il film è stato diretto da Richard Fleischer, uno dei maggiori e commercialmente solidi artigiani del cinema hollywoodiano classico. Il quale aveva già avuto due grossi risultati positivi prima di questo nel cinema di fantascienza, “20’000 Leghe sotto i mari” (1954) e “Viaggio allucinante” (1966).

Make Room Make Room” Harry Harrison, è un romanzo finemente scritto. Harrison imposta la storia sul bordo del millennio, oramai fra meno di dieci anni, laddove Thorn è un investigatore che sta battendo diverse piste indagando su di un omicidio. Nel libro, non c’è nessuna cospirazione – i corrotti superiori di Thorn vogliono attribuire la colpa dell’omicidio ad uno che non c’entra niente, mentre l’assassino si rivela essere un piccolo drogato in cerca di soldi. Nel film però, questo è totalmente invertito, e in maniera decisiva – Thorn è colui che crede nella cospirazione, mentre è la polizia che vuole archiviare il caso soltanto come una tragica banalità. Infatti, l’indagine di Thorn per l’omicidio, nel libro è di scarsa rilevanza per la storia – per Harry Harrison, il romanzo poliziesco è stato incidentale, solo un mezzo per visualizzare lo sfondo cupo e deprimente di una New York sovrappopolata, che era quello che la storia era veramente.
Stanley R. Greenberg, che venne incaricato di scrivere la sceneggiatura, aveva all’epoca poca esperienza con la fantascienza scritta, e non riuscì a focalizzare bene ciò che il libro era veramente. Questo non è mai più evidente che dal cambio del titolo stesso rispetto al libro. Nel libro, Soylent Green era una parola che aveva inventato Harry Harrison – un concentrato fatto di semi di soia e lenticchie, nel film, ma ormai nel film la parola non viene pienamente spiegata nel suo significato. La detective story è stata estesa fino a formare il centro del film stesso, mentre Greenberg aggiunge un tema pesantemente significativo sul detective della polizia Charlton Heston il quale riesce a scoprire i veri segreti del Soylent Green – che consiste nei cadaveri con il quale è fatto- che fu comunque un eccellente invenzione rimasta nella memoria, con il suo potere di metafora. Infatti, se gli oceani si sono prosciugati – qualcosa che è scientificamente assurdo, in quanto non ci sarebbe più aria per respirare se ciò fosse avvenuto- i cadaveri ritrattati delle persone che muoiono, sarebbero rimasti tutto quello che c’era da mangiare, e seppur al prezzo di un così grande oltraggio e disgusto, sarebbe stata l’unica scelta logica. Sicuramente, qualcosa che come detto – nozioni di moralità e disgusto a parte-, si sarebbe prospettato come una scelta percorribile. Qui la sceneggiatura avrebbe potuto cogliere maggiormente i molteplici spunti d’interesse, mentre si è invece soprattutto incentrata sull’aspetto exploitativo dell’oltraggiosa “utilizzazione finale”, e dello shock di tale rivelazione, avrebbe potuto invece ritrarre meglio ciò come parte del mesto mondo futuribile che descrive. Ci sono altre parti un po’ lasche – come l’aggiunta di un intreccio romantico tra Charlton Heston e la escort d’alto bordo Shirl/Leigh Taylor-Young. In uno sviluppo molto più efficace, il personaggio di Shirl che è presente nel libro, invece di rimanere come i mobili nell’appartamento di lusso dell’uomo assassinato,Simonson, interpretato nel film con partecipazione dal sempre ottimo Joseph Cotten, se ne va con Thorn, solo per essere in grado di gestire la sua vita quando l’amministrazione cittadina decreta che Thorn deve condividere una camera del suo appartamento con un’altra famiglia.

Nonostante quindi certe incertezze di Stanley R. Greenberg, ci sono ancora molte cose valide circa “Soylent Green”. Non sorprende, che anche se oscurato dalla detective story, lo sfondo sia ancora la parte più interessante del film. L’aspetto di shock culturale – vedere famiglie che dormono nei corridoi, l’idea di un barattolo di marmellata di fragole che costa 150$, la reazione di Charlton Heston, splendidamente resa dalla sua interpretazione in uno dei momenti migliori del film, per essere in grado di fare un bagno nell’acqua calda, la gioia magica nel mangiare cibo vero, e la splendida, splendida scena, molto commovente, in cui Edward G . Robinson -qui al suo ultimo film- si reca alla clinica dell’eutanasia accolto da Dick Van Patten e in cui si viene messi a dormire dinanzi a dei megaschermi sui quali si vedono le immagini del mondo verde e tranquillo come era un tempo, accompagnate dalla Sinfonia Pastorale di Beethoven (costituendo un ulteriore elemento di potente amarezza in quanto Robinson è morto poco prima che il film uscisse) – fanno di essa una delle più belle sequenze di un’ideale antologia del migliore cinema di fantascienza, e il cui merito è interamente ascrivibile alla finezza e sensibilità di Fleischer, –il quale è stato spesso e a torto “accusato” di essere un po’ un impaginatore per immagini freddo e distaccato- per come riesce a cogliere il senso di un essere umano che immagina e ha delle reazioni naturali ad un ambiente che sente familiare ma gli è oramai estraneo, se per ragioni anagrafiche l’ha mai conosciuto.

Charlton Heston offre una interpretazione altamente empatica, tra le migliori e più celebri della sua carriera, almeno per la fantascienza di cui è stato uno dei protagonisti più rappresentativi, e Edward G. Robinson nell’umano, simpaticissimo personaggio di Sol, bèh… Edward G. Robinson è Edward G. Robinson, dire che offre al film un grande sostegno, sarebbe un eufemismo. La coppia che formano insieme è stata talmente perfetta, che si sarebbe voluto vederli insieme un’altra volta.
2022: I Sopravvissuti” è stato anche un film popolare, è lo è ancora oggi. Il disperato grido finale di Charlton Heston “Il Soylent è fatto con i morti!” è diventato una frase fatta popolare usata come scherzo in un episodio dei “Simpsons” (1989) e di “Futurama” (1999-2003), e anche come una frase di login del computer di Frank Black/Lance Henriksen nella più bella, e sfortunata serie tv di Chris Carter,Millennium” (1996-9), e poi addirittura campionata in una popolare traccia dancefloor tedesca dei Goth Wumpscut, oltre che gridata da Jim Broadbent in un momento particolarmente felice, la fuga dall’ospizio-lager, di “Cloud Atlas”(2012) di Andy e Lana Wachowski..

Richard Fleischer, come detto ha diretto altri famosi film di genere fantascientifico e altro, che sono: – l’adattamento di Jules Verne di 20’000 Leghe sotto i mari” (1954) per la Disney, “Viaggio allucinante” (Fantastic Voyage)(1966) sul viaggio di un sottomarino miniaturizzato all’interno del corpo umano, la versione musical di “Doctor Dolittle” (Il Fantastico Dottor Dolittle) (1967), che però fu un famoso e sonoro flop, “The Boston Strangler” (Lo Strangolatore di Boston) (1968), grande, avveniristico e anticipatore psycho-thriller “Terror See No Male/Blind” (Terrore cieco) (1971) altro bellissimo e moderno thriller angoscioso, la vera vita di un famoso assassino seriale seriale britannico del dopo guerra, Reginald Christie, nella trasposizione cinematografica di “10 rillington Place” (L’Assassino di Rillington Place N°10) (1971), l’escursione in una nota franchise di successo del new horror anni ’70 con “Amityville 3D” (1983), e gli adattamenti da Robert E. Howard di “Conan the Destroyer” (Conan il Distruttore) (1984) e “Red Sonja” (Yado) (1985).

Harry Harrison è uno scrittore popolare all’interno della letteratura di fantascienza. Questo è l’unico dei suoi libri ad essere stato trasposto al cinema,anche se altre opere restano eminentemente filmabili. Alex Cox, l’eccezionale regista inglese di “Repo Man” (1984), aveva una volta programmato di adattare lo spietato romanzo di fantascienza satirica di Harrison “Bill, l’eroe galattico” (1965). mentre il racconto di Harrison On Inox Steel” della serie “Rat”, è stato a sua volta citato diversamente come un possibile progetto, potrebbe essere la base per una grande serie fantascientifica e d’azione di film dal grosso budget, speriamo quindi che non la facciano mai, oggi come oggi.

Curiosità


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Scena tagliata: Quando Tab Fielding ( Chuck Connors) va a fare shopping con Shirl, viene aggredito, e vince il combattimento. Questa scena è stata girata, ma eliminata.

Il consulente tecnico per il film fu Frank R. Bowerman, che era stato presidente della American Academy per la protezione dell’ambiente,in quel momento.

La scena in cui Thorn e Roth condividono un pasto di cibo fresco non era originariamente nella sceneggiatura, ma venne improvvisata ad arte da Charlton Heston e Edward G. Robinson al regista Richard Fleischer su sua richiesta.

Il videogame nell’ appartamento di Simonson, il “Computer Space”, era uno dei primi videogiochi arcade, prodotto dalla Nutting Associates nel 1971 e progettato da Nolan Bushnell, che in seguito fondò nientemeno che l’Atari e progettò “Pong”. Il videogioco era di colore bianco per il film, ma i colori originali erano il giallo, il rosso o blu.

Una serie di scene della versione originale, dove si vedeva una seconda famiglia vivere nell’appartamento con Thorn e Roth, venne soppressa dalle copie successive del film.

Il titolo originale del libro di Harry Harrison, “Make Room! Make Room!” venne cambiato dai produttori (e in questo caso avevano ragione), i quali temevano che il pubblico per questo richiamo lo avrebbe potuto confondere con uno analogo della serie TV di Danny Thomas, “The Danny Thomas Show” .

In precarie condizioni di salute poichè ammalato di cancro , Edward G. Robinson era diventato quasi totalmente sordo quando girò questo film, e non in grado di sentire nessuno,se non avessero parlato direttamente nel suo orecchio. Per questo motivo, le scene con lui che parla con altre persone furono dovute essere girate più volte prima di far salire il ritmo del dialogo e che egli divenisse in grado di rispondere alle persone come se potesse realmente sentirle. E poichè non era in grado di sentire il regista Richard Fleischer urlare “taglia” quando una scena era andata storta, Robinson avrebbe spesso continuato a recitare la scena, senza sapere che le riprese si erano fermate già secondi prima.

La parola Soylent dovrebbe suggerire soia + lenticchie.

Tutto il dialogo dell’attore Mike Henry (“Sgt. Kulozik”) è stato doppiato. Il lieve accento meridionale dell’attore non era in sintonia con il personaggio di poliziotto di New York che stava interpretando.

Tra gli edifici del mascherinato “skyline” della New York del 2022 negli splendidi titoli di testa, sullo sfondo della scena iniziale in cui Gilbert attraversa il fosso di drenaggio, si può vedere il Marina City Towers (di Chicago) e la Piramide Transamerica (di San Francisco).

L’ultimo film girato ai MGM Studios sul retro di Overland Blvd.. e a Culver Blvd.. in Culver City, California. Il complesso venne raso al suolo nel 1973 per far posto a una piccola comunità di abitazioni e centri commerciali e condomini.

Una piccola, scatola verde apparentemente sbertucciata e contenente pasticche basate sulla spirulina, chiamata “Soylent Green” (su licenza ufficiale MGM) è stato prodotta e commercializzata nel luglio 2011.La scatola non utilizza immagini o personaggi del film, ma piuttosto tentativi (scherzosi) di essere un prodotto reale. La lista degli ingredienti non elenca “le persone”.

Sperabilmente qualcuno abbia notato anche la celebre e bellissima colonna sonora del come sempre geniale Fred Myrow, un brano su tutti, la famosissima – e non solo tra gli appassionati di colonne sonore- Main Title Theme, sulle fotografie del mondo in disfacimento ecologico, post- industriale e post- consumista. Un grande brano, che inizia com’e elettronico- sinfonico per finire in un mesto e lento swing.

Spoiler


Quando Thorn scopre che per lui è troppo tardi poter fermare il suicidio di Sol, comincia a piangere. Secondo un’intervista del 1997 con Robert Osborne su Turner Classic Movies, Charlton Heston davvero piangeva perché era talmente smosso dalla performance di Edward G. Robinson. Robinson sapeva che stava morendo di cancro, anche se parte del cast e della troupe non ne era al corrente. Sapeva che questo sarebbe stato il suo ultimo film, e la sua scena di morte è stata l’ultima scena che abbia mai girato. Morì appena dieci giorni dopo aver terminato le riprese della detta scena.

Il grido finale di Charlton Heston nel film “Il Soylent Green è fatto coi morti!” è stato votato al 77° posto fra le migliori citazioni della storia del cinema americano dall’American Film Institute (su 100).

Colonna Sonora


soylent-green soundtrackLe musiche che accompagnano la bellissima sequenza suddetta,quando Edward G. Robinson è “a casa”: – L’ouverture è il tema principale del primo movimento di Pyotr Ilyich Tchaikovsky della Sinfonia No. 6, la celeberrima “Patetica”. – Quando si avvia la splendida presentazione visiva realizzata in un elaborata e avveniristica per i tempi processione macrofotografica, la musica è il primo movimento di Ludwig van Beethoven dell’altrettanto celeberrima “Sinfonia # 6 (La Pastorale)”. – Quando appare il gregge di pecore, la musica è “Morning” di Edvard Grieg dalla “Suite del Peer Gynt”. – Alla fine della presentazione è “La Morte di Asas”, anch’essa dalla “Suite del Peer Gynt”.

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