2004 – Raikkonen sconfitto dal Mercedes

di Igor Carta

Poteva essere una annata all’insegna del duello Schumacher-Raikkonen, ma il finnico venne tradito dal motore Mercedes

mercedes

In molti si leccano i baffi già alla fine della stagione 2003. Il Kaiser Michael Schumacher ha trovato pane per i suoi affilati incisivi, oltre a Kimi Raikkonen, sconfitto sul filo di lana per soli due punti, anche l’eterno scudiero Rubens Barrichello minaccia battaglia, così come il duo Juan Pablo MontoyaRalf Schumacher della Williams e si imbarcano nella sfida anche i due piloti Renault, Jarno Trulli e Fernando Alonso, che a Budapest nel 2003 si prese il lusso, oltre della vittoria, di doppiare sua Maestà Schumacher. David Coulthard è tranquillo, ben consapevole di correre nel 2004 l’ultima stagione in argento, visto che Ron Dennis ha già scritturato Juan Pablo Montoya per il 2005. La stagione inizia con tinte fosche in casa Ferrari, la nuova F2004 soffre di problemi congeniti al cambio di cui non viene svelata la vera gravità. Va ancor peggio in casa McLaren. Kimi Raikkonen esce dal mutismo quasi perenne e dichiara apertamente che la nuova Mp4-19 non è affidabile. Derivata dalla fallimentare Mp4-18 che passò dalla fabbrica direttamente al magazzino, la nuova McLaren sembra accusare gli stessi difetti della vecchia vettura; il divieto dell’uso del berillio nelle leghe per i motori sembra aver tolto al propulsore Mercedes quella superiorità che fino al 2000 garantì alla McLaren il primato sulla prestazione pura. La Williams–BMW si presenta invece con una vettura rivoluzionaria firmata da Antonia Terzi, ingegnere aerodinamico di scuola Ferrari. La prima parte di stagione vede rosso, contro i pronostici Schumacher infila una serie di ben cinque vittorie consecutive, interrotte solo a Montecarlo da uno stratosferico Jarno Trulli, che tra le stradine del Principato infila pole e vittoria. Schumacher segna il giro più veloce, ma la sua gara termina contro le barriere a causa di un tamponamento da parte di Juan Pablo Montoya. Già dalla gara successiva il tedesco inaugura una nuova serie di ben sette vittorie consecutive! In McLaren intanto si tace e si lavora. Coulthard e Raikkonen nella prima parte di stagione mandarono arrosto i motori al ritmo di una unità a sessione, ma già nel Gp di Francia a Magny Cours ci furono i primi segnali di ripresa, con entrambe le vetture a punti.

 

Nella successiva gara a Silverstone una prima svolta con Raikkonen che firma la pole e conduce buona parte della corsa prima di cedere ad uno Schumacher implacabile sul passo gara, talento innato da suddividersi con la straordinaria cavalcatura di cui dispone. Nella successiva tappa ad Hockenheim, per il Gran Premio di Germania, Kaiser Michael sembra destinato ad una nuova giornata di gloria, malgrado dopo la prima sosta il solito finlandese impertinente si faccia minaccioso alle sue spalle, segna anche il giro più veloce prima che l’alettone posteriore ceda spedendolo contro le barriere proprio mentre i cultori si preparavano ad assaporare un duello “vecchia scuola”. In Ungheria è di nuovo un monologo rosso in cui la Ferrari, grazie alla doppietta Schumacher-Barrichello, si aggiudica il mondiale costruttori. La nuova sfida è in Belgio, nell’università di Spa-Francorshamps, la pista in cui, tra difficoltà intrinseche e meteo imprevedibile, emergono solo i campioni veri. Schumacher vanta ben sei vittorie su questo prestigioso tracciato in cui potrebbe, per la settima volta e la quinta consecutiva, laurearsi campione del mondo. Dalle qualifiche sotto la tipica pioggia delle Ardenne Jarno Trulli su Renault firma la pole precedendo Schumacher, mentre alle loro spalle si piazza Alonso. Kimi è solo decimo. Al via le due Renault prendono il largo, Schumacher è in difficoltà con la temperatura delle gomme, viene passato prima da Coulthard, poi da Montoya e da Raikkonen. E’ qui che il finnico inizia a costruire forse la sua vittoria più memorabile. Scavalca tutti i rivali tenendo un ritmo inavvicinabile per tutti, poi mentre si accinge ad attaccare il duo Renault questo scompare per il pit-stop o a causa di inconvenienti tecnici. La McLaren n°6 continua la sua cavalcata nonostante altri due interventi della safety car neutralizzino il vantaggio accumulato sulle Ferrari di Schumacher e Barrichello.

 

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Il finlandese torna, e con lui la McLaren, alla vittoria dopo più di un anno di digiuno. Vincono anche una scommessa con un giornalista inglese, che a metà stagione promise di fare un giro di corsa a Silverstone completamente nudo se le vetture di Dennis avessero vinto una gara nel 2004. Schumacher, secondo sul podio, festeggia il settimo titolo mondiale, con un pizzico di amarezza, per non aver potuto piazzare l’ennesimo alloro sulla sua pista preferita. A Monza ci risiamo, Kimi rompe il motore dopo appena 13 giri, mentre in Cina, sul nuovo tracciato di Shangai, tallona a lungo il vincitore nonché poleman Barrichello, ma a causa di una strategia sbagliata cede anche il secondo posto a Jenson Button. Nella tappa di Suzuka, che vede il ritorno alla vittoria di Schumacher, Kimi non va oltre il sesto posto finale, soprattutto a causa di qualifiche difficili. Ultimo giro di giostra in Brasile, sul difficile tracciato di Interlagos. Barrichello firma la pole position, candidandosi a primo pretendente per la vittoria sul circuito di casa. Lo seguono Montoya, alla sua ultima gara in Williams, e Raikkonen in terza piazza. La gara parte con asfalto umido, Montoya pasticcia allo start lasciando via libera a Rubens e Kimi, che ben presto prende il comando. Ma il colombiano della Williams non demorde e dopo una gran rimonta duella con il finnico fin dentro la pit-lane. Infine è Montoya ad avere la meglio, controllando senza problemi Raikkonen e Barrichello fino al traguardo. I duellanti, Kimi e Juan Pablo, saranno compagni di squadra la stagione successiva, caratterizzata da importanti novità regolamentari.

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