1997 – la Ferrari sfiora il titolo

di Igor Carta

Alla seconda stagione in rosso Schumacher porta la Ferrari ad un passo dal titolo mondiale

titolo

La stagione 1997 vede il debutto, in una fredda mattina padana, della nuova Ferrari F310B, svezzata dalle abili mani di Michael Schumacher. E’ bella, filante, non sembra nemmeno la lontana parente di quella dell’anno precedente, malgrado sia anche lei uscita dalla matita, o visti i tempi dal CAD, di John Barnard. Michael è fiducioso, sa che l’impresa sarà difficile, i nemici sono quelli di sempre; la Williams Renault ha promosso Jacques Villeneuve caposquadra e gli affianca il promettente driver tedesco Heinz Harald Frentzen. Damon Hill, il campione in carica, è finito all’Arrows Yamaha, scuderia da fondo schieramento. Alla gara inaugurale in Australia Schumacher coglie subito un buon secondo posto, ma le seguenti trasferte in Brasile e Argentina non hanno eguale fortuna. A Buenos Aires però tocca ad Eddie Irvine contendere la vittoria a Villeneuve fino alla volata finale. A Imola vince ancora una Williams, quella di Frentzen, seguito dalle Ferrari di Schumacher e Irvine. A Montecarlo il nostro si rifà alla grande. Sotto la pioggia non ha problemi a monopolizzare la gara sul toboga monegasco, Irvine è terzo. Dopo un opaco week end in Spagna il Circus vola in Canada, dove Michael firma la prima pole e la seconda vittoria stagionale. In Francia il tedesco della Ferrari si ripete firmando pole, giro più veloce e vittoria, potrebbe fare tris anche in Gran Bretagna in cui è però è tradito dalla rottura di un cuscinetto ruota. In Germania Schumi si deve accontentare del secondo posto dietro a Gerhard Berger mentre in Ungheria le Ferrari sono in affanno. Malgrado la pole position il tedesco combatte contro le gomme Goodyear mentre, pensate un po’, Damon Hill con la Arrows, considerata fino ad allora un ferro da stiro, equipaggiata con le nuove coperture Bridgestone di fabbricazione giapponese, dal terzo posto in griglia prende il largo. L’inglese naviga tranquillo verso una vittoria inaspettata finché a due giri dal traguardo l’idraulica della sua Arrows inizia a cedere; Jacques Villeneuve, da inaspettato secondo si ritrova tra le mani una vittoria che vale oro. Ma lo scoop del week-end ungherese riguarda invece il mercato. Adrian Newey, lo storico capo-progettista delle invincibili Williams Renault si trasferisce alla corte di Ron Dennis, alla McLaren Mercedes. All’appuntamento successivo, sulla pista belga di Spa, Schumacher e il box Ferrari approfittano della pioggia per confezionare un’altra prestazione da antologia. Sulla pista asciutta tutti partono con gomme heavy rain, Schumacher invece opta per le intermedie, che sulla pista belga sono l’ideale quel giorno visto il miglioramento delle condizioni meteo.

Gli appuntamenti successivi, a Monza, in Austria e al Nürburgring furono un disastro, appena due punti in tre gare, in cui Villeneuve e la Williams presero il largo e la McLaren Mercedes mise a frutto il lavoro di Newey. Al penultimo appuntamento in Giappone in pochi si fanno illusioni; Villeneuve marca la pole, ma in gara Irvine impazzisce, partito con una strategia assai aggressiva sorpassa Hakkinen, Schumacher, il leader Villeneuve e allunga di misura. Tornato in testa dopo la prima tornata di rifornimenti si fa raggiungere dal compagno Schumacher, lo lascia sfilare e controlla le Williams mentre il tedesco si avvia verso la vittoria. Alla fine saranno primo Michael e terzo Eddie, Schumi si presenta così all’ultimo appuntamento stagionale di Jerez de la Frontera con un punto di vantaggio su Villeneuve. Le qualifiche hanno dell’incredibile, tre piloti, Villeneuve, Schumacher e Frentzen ottengono lo stesso identico tempo nelle qualifiche, la pole va quindi a Villeneuve avendo segnato la miglior prestazione per primo. Al via Schumacher balza in testa e conduce la gara con autorevolezza, ma dopo la seconda sosta iniziano i problemi, le gomme perdono efficienza, Villeneuve rimonta e tenta il sorpasso dove Michael non se l’aspettava. Colto di sorpresa Schumacher sterza bruscamente e collide con la Williams del canadese. La squalifica è inevitabile, pesa soprattutto il sospetto che la manovra di Jerez fosse un replay del tiro mancino che Schumi giocò a Damon Hill nell’ultima gara della stagione 1994, collisione che valse al tedesco il titolo mondiale per un solo punto sull’inglese della Williams. A fine stagione Schumacher viene estromesso dalla classifica mondiale, conserva comunque le vittorie e i punti conquistati, ma quella manovra rimane e rimarrà una macchia indelebile nella sua fantastica carriera.

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